OGGETTO:   Ipotesi di revisione delle carriere del personale del Comparto Sicurezza e Difesa. Criticità e osservazioni strategiche.

 

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Signor Capo della Polizia,

come già ribadito nella nota del 30 gennaio u.s., conosciuti nel dettaglio, nelle varie qualifiche, i numeri di riduzione complessiva dei funzionari di polizia da 4500 unità a 3500, dal 2017 al 2026, siamo preoccupati che si riproduca una situazione simile a quella attuale che ha determinato imbuti insostenibili ai fini della progressione di carriera.  Infatti, vi è il rischio che si possano ricreare le stesse condizioni che hanno prodotto il senso di demotivazione e frustrazione all’interno della categoria nell’ultimo decennio.

 

Il non aver ricompreso i Commissari Capo tra le qualifiche dirigenziali, non appare solo come uno schiaffo all’intera categoria dei funzionari, ma esporrà gli stessi ad un appiattimento verso il basso, nonostante siano vincitori di un concorso sempre più difficile, che richiede un titolo di studio qualificato e un percorso formativo che, in altre Pubbliche Amministrazioni, come per esempio quella dei “prefettizi”, dei diplomatici e dei direttori degli istituti penitenziari, invece di  comportare il pieno riconoscimento dirigenziale delle loro funzioni (elevate e qualificate) fin dal primo giorno di immissione in ruolo. Per ciò non si può esporre i medesimi Commissari Capo ad ulteriori mortificazioni e ritardi nell’ingresso delle qualifiche dirigenziali.

 

Pertanto, fermo restando che questa Associazione richiede con forza e per l’ennesima volta che la carriera dei funzionari di Polizia sia unitaria e dirigenziale fin dalla prima qualifica,  va previsto, sia in fase transitoria, sia a regime, che l’ingresso nella prima qualifica dirigenziale sia a ruolo aperto, poiché i vincitori del concorso per Commissari di Polizia, una dura selezione l’hanno già affrontata con il superamento del concorso e con una lunga ed impegnativa fase di prima formazione di due anni.

 

Altra questione di vitale importanza è che, a pochi giorni dallo scadere della delega, è stato reso noto solo che verranno rideterminati il trattamento economico concernente sia l’assegno di valorizzazione dirigenziale, sia il cosiddetto meccanismo di omogeneizzazione economico-dirigenziale, di cui all’ articolo 43, commi 22 e 23, della legge 121, senza che sia stato illustrato il nuovo sistema di progressione stipendiale delle neo qualifiche dirigenziali, né è stato specificato se continuerà ad essere applicato il cosiddetto dispositivo dell’abbattimento.  Ciò determina un comprensibile e giustificato timore, determinato dalla situazione di incertezza e non definizione dei congegni economici sostitutivi.

 

Mentre, riferendosi ai contenuti dell’area negoziale, maggiore è la preoccupazione e l’incertezza sulla sostituzione dell’istituto dello straordinario con una neo definita “indennità di impiego”, formula che, al di là dell’espressione letterale, appare come una “gabbia” che irrigidisce in maniera sensibile il sistema.

 

Infatti, al riguardo non c’è stata nessuna condivisa ed approfondita riflessione, né un’adeguata proiezione circa la sostituzione dell’istituto, che invece è un elemento che si è rivelato efficace e particolarmente flessibile, permettendo di venire incontro a tutte quelle situazioni del lavoro di polizia caratterizzate da imprevedibilità, urgenza ed indifferibilità, al fine di  garantire risultati e servizi adeguati ai cittadini. Servizi che vanno dal soccorso pubblico, all’ordine pubblico, dal pronto intervento alla gestione delle delicate informazioni di polizia giudiziaria dalla polizia amministrativa, al contrasto della grande criminalità, fino ad arrivare all’analisi strategica e quella tattica relative alla possibili minacce incombenti.

 

Dalla risposta tempestiva, puntuale e articolata  a queste questioni che riguardano,  non solo la categoria dei funzionari, ma anche assetti strategici del funzionamento della stessa Polizia di Stato, dipenderanno non solo la vita e il lavoro dei funzionari, ma anche l’efficienza dell’Amministrazione della Pubblica Sicurezza.

 

Su questi temi il nostro senso dell’Istituzione ci impone di non arrenderci mai.

 

Roma, 14 febbraio 2017

 

Il Segretario Nazionale

Enzo Marco Letizia

 

LETTERA AL CAPO