Ci sono date che attraversano il tempo con il peso della verità e della responsabilità. Il 15 luglio è una di queste. In due anni consecutivi, nel 1981 e nel 1982, l’Italia ha perso tre servitori dello Stato – Luigi Carluccio, Antonio Ammaturo e Pasquale Paola – caduti per mano del terrorismo in due scenari simbolo dell’Italia ferita: Como e Napoli.
Il brigadiere Luigi Carluccio, artificiere della Polizia di Stato, fu ucciso a soli 28 anni nella tragica “notte dei fuochi” a Como, disinnescando una delle bombe artigianali piazzate dalle Brigate operaie per il comunismo. Era il 15 luglio 1981. Un giovane poliziotto, formato per affrontare il rischio, cadde dilaniato da un ordigno mentre difendeva la comunità da chi voleva seminare il panico per colpire le istituzioni dello Stato.
Esattamente un anno dopo, il 15 luglio 1982, a Napoli, venivano assassinati il vice questore Antonio Ammaturo e l’agente Pasquale Paola, crivellati dai colpi delle Brigate Rosse – Partito Guerriglia. Ammaturo era un investigatore scomodo: stava ricostruendo i legami opachi tra il terrorismo e la criminalità organizzata nella vicenda del sequestro Cirillo. Il suo lavoro metteva a nudo il patto tra la Nuova Camorra Organizzata e il terrorismo brigatista. Per questo fu “annientato”, come scrissero i terroristi nella rivendicazione, insieme a quel giovane agente che lo attendeva in servizio sotto casa.
Tre uomini, tre storie diverse, ma un comune destino di coraggio e fedeltà allo Stato, in un’epoca segnata da violenze, attentati, omertà e tentativi eversivi che hanno messo a dura prova la tenuta democratica del Paese. Anni in cui l’uniforme della Polizia non era solo un simbolo di legalità, ma spesso un bersaglio.
Come funzionari della Polizia di Stato, avvertiamo il dovere di custodire e tramandare la memoria di quei colleghi caduti, non per rituale commemorativo, ma per una scelta civile e culturale: la memoria come presidio della legalità, come argine contro il ritorno di ogni forma di delegittimazione, di ambiguità, di giustificazione della violenza.
Il loro sacrificio ci impone di essere testimoni attivi della storia: una storia che parla di istituzioni sotto attacco, ma anche di uomini e donne che non si sono piegati, che hanno scelto lo Stato, che hanno creduto nella giustizia anche a costo della vita.
Luigi, Antonio, Pasquale: i vostri nomi sono scolpiti nella coscienza della nostra comunità. Ricordarvi significa rafforzare il legame tra le nuove generazioni e i valori fondanti della Repubblica. Significa dire, ogni giorno, da che parte stiamo
Roma, 15 luglio 2025
Enzo Marco Letizia