Verso il nuovo contratto: riconoscere la specificità della Dirigenza di Polizia

 

Nell’ambito della Pubblica Amministrazione, il ruolo del dirigente è solitamente definito da funzioni organizzative, gestionali e amministrative: predisporre atti, coordinare risorse, pianificare attività. Una responsabilità rilevante, certamente, ma incardinata in processi regolati, programmabili e, perlopiù, interni al perimetro organizzativo dell’ente.

Tuttavia, il dirigente di Polizia è chiamato a esercitare una funzione ben più articolata, che va oltre la dimensione tecnica della direzione amministrativa. Accanto ai compiti di programmazione e gestione, infatti, il dirigente di Polizia interviene direttamente nei luoghi e nei momenti in cui la sicurezza pubblica è messa alla prova: nelle piazze, nei quartieri più sensibili, durante eventi imprevedibili e manifestazioni di protesta, in operazioni investigative complesse o in situazioni di crisi sociale e istituzionale.

Non si limita a firmare ordini di servizio o autorizzazioni: è fisicamente presente nelle fasi decisive, assume la responsabilità delle scelte operative e agisce come garante dell’equilibrio tra le esigenze di sicurezza e i diritti dei cittadini. Una funzione che richiede lucidità, preparazione, equilibrio e una profonda conoscenza del territorio e del contesto democratico in cui si opera.

In questo senso, la dirigenza di Polizia si distingue da ogni altra dirigenza pubblica per la sua duplice natura, gestionale e operativa insieme, in cui l’autonomia decisionale si esercita in tempo reale, spesso sotto pressione e in contesti ad alta esposizione mediatica e istituzionale. Non è un ruolo confinato agli uffici: è una presenza attiva sul campo, un punto di riferimento visibile per la squadra e per le comunità dei cittadini.

Ogni dirigente di Polizia sa che, in qualsiasi momento, può essere chiamato a intervenire in prima persona. Non importa che diriga un commissariato, una divisione investigativa, un ufficio amministrativo o una specialità: la funzione dirigenziale nella Polizia di Stato comporta sempre la possibilità di assumere il comando operativo in situazioni critiche, facendosi carico delle conseguenze di ogni decisione.

Per questo, affermare che la dirigenza di Polizia non solo amministra, ma agisce, decide e risponde, non è uno slogan. È il riconoscimento concreto di una specificità professionale che merita di essere valorizzata non solo sul piano etico e istituzionale, ma anche – e soprattutto oggi – sul piano contrattuale.

In un tempo in cui la sicurezza è insieme diritto e bene collettivo, la figura del dirigente di Polizia rappresenta un presidio fondamentale di equilibrio democratico. E proprio per questo, il suo ruolo deve essere posto al centro della trattativa per il contratto: con coerenza, con rispetto e con il giusto riconoscimento del valore che quotidianamente incarna.

 

Roma, 11 giugno 2025

 

Il Segretario Nazionale

Enzo Marco Letizia

Nota verso il contratto 11 giugno