9CO1195634 4 POL ITA R01 9Colonne Roma 22 lug – Rompendo la consegna del silenzio che si era autoimposto il sottosegretario Franco Gabrielli autorita’ delegata alla sicurezza torna sul tema che molte discussioni aveva suscitato due settimane fa e cioe’ il ruolo del ministro dell’Interno come unica autorita’ nazionale di pubblica sicurezza del Paese . Ruolo che Gabrielli ha voluto ribadire ieri sera in un luogo a lui familiare il Circolo dei Funzionari di Polizia dove era in programma la presentazione del libro Investigare 4.0 curato dal vice capo della Polizia prefetto Vittorio Rizzi e dalla docente di psicologia giuridica e forense Anna Maria Giannini. La Polizia – ha detto Gabrielli – e’ un pezzo importante del nostro Paese ma non e’ il tutto. Nella mia visione le diverse Forze di Polizia ciascuna con i propri compiti si raccolgono necessariamente nel Dipartimento che e’ lo strumento attraverso il quale il ministro dell’Interno unica autorita’ nazionale in materia governa l’amministrazione della pubblica sicurezza . SEGUE

9CO1195635 4 POL ITA R01 9Colonne Roma 22 lug – Nel corso del suo intervento Gabrielli ha affrontato numerose altre questioni di attualita’. Riprendendo l’ intervento del direttore dell’Agenzia 9colonne Paolo Pagliaro tra gli autori del volume con il capitolo sul giornalismo investigativo il sottosegretario ha osservato che non e’ solo il giornalismo ad avere una dipendenza a volte innaturale con il potere ma talvolta questa relazione distorta riguarda gli apparati dello Stato mentre io sono convinto che gli apparati debbano si’ essere necessariamente governati da chi in nome del popolo governa il Paese ma salvaguardando la propria autonomia e senza eccessi di servilismo D’altra parte io ho reso il mio servizio in un’amministrazione che ha come motto ‘sub lege libertas’

9CO1195636 4 POL ITA R01 9Colonne Roma 22 lug – Gabrielli ha dedicato l’ultima parte del suo intervento al ventennale dei drammatici fatti di Genova in occasione del G8. Non so se sia stata una cosa causale ma oggi e’ il 21 di luglio e il 21 luglio da vent’anni anni portiamo un peso enorme un fardello insopportabile un qualcosa con il quale ogni volta ci misuriamo per provare a segnare la distinzione che c’e’ tra noi e quelli di allora per dirci che ora siamo diversi. Ma non e’ cosi’ noi non siamo diversi e non siamo migliori. Siamo una comunita’ di donne e di uomini che crede semplicemente di essere al servizio del Paese. Una comunita’ di uomini e di donne che sbaglia e che sa anche riconoscere i propri errori ma sa anche di essere un presidio di legalita’ irrinunciabile per il Paese una comunita’ che con le sua esperienza la fatica il profondo senso del dovere fa grande questa Amministrazione fa grande il sistema di sicurezza e in definita fa grande il Paese