L’Associazione non può fare a meno di sottolineare che nella bozza del Decreto FF.PP vi sono anche misure che rispondono a reali esigenze, come la riduzione dei tempi di permanenza nella qualifica di Vice Questore ed equiparati; infatti, questa modifica consente ai giovani funzionari che sono pronti ad impegni importanti, di entrare in valutazione per la nomina alla qualifica di Primo Dirigente, in tempi più ridotti, garantendo anche all’amministrazione un’età media dei dirigenti, più bassa.

Come, altresì, l’introduzione dell’accesso diretto alla carriera dirigenziale per i medici della Polizia di Stato, misura indirizzata ad invertire il trend negativo registrato negli ultimi anni, con concorsi spesso deserti e un organico medico cronicamente sottodimensionato. La previsione consentirebbe di valorizzare un percorso di studi lungo e impegnativo, che può richiedere fino a undici anni di formazione tra laurea e specializzazione, e rappresenta un primo passo per rendere realmente attrattiva la carriera medico-dirigenziale all’interno della Polizia.

Tuttavia, il provvedimento appare carente sotto il profilo di una visione strategica e di lungo termine sull’avanzamento di carriera dei funzionari della Polizia di Stato.

Anche questa bozza di decreto, infatti, non affronta il nodo centrale: quale percorso deve intraprendere un giovane funzionario o un funzionario con maggiore esperienza per costruire una carriera coerente, fondata su criteri trasparenti e meritocratici?

Oggi gli unici passaggi formalizzati sono quelli legati alle qualifiche e ai ruoli. Manca invece una chiara definizione degli steep professionali (formativi, esperienziali e di responsabilità) che ogni funzionario dovrebbe seguire per ambire alla qualifica superiore. Questo vuoto alimenta l’incertezza, mina la motivazione, e contribuisce alla percezione – spesso diffusa – di percorsi poco leggibili e troppo esposti a margini di discrezionalità.

È necessario affrontare, con coraggio e chiarezza, la questione dei criteri di promozione. L’attuale sistema è fondato su requisiti generici di anzianità, giudizi annuali e, soprattutto, su valutazioni soggettive dell’Amministrazione. Occorre invece aprire una riflessione seria su un possibile cambiamento di paradigma:

  • Introdurre percorsi predefiniti e trasparenti, validi per tutti, che indichino le esperienze, le responsabilità e le conoscenze richieste per ogni passaggio di qualifica;
  • Garantire certezze di crescita a tutti i funzionari che operano con dedizione, spirito di sacrificio e professionalità in un contesto sempre più gravoso e complesso;
  • Utilizzare l’istituto della promozione per meriti straordinari per valorizzare i casi di eccellenza professionale che si distinguano nettamente per risultati e capacità fuori dall’ordinario.

Siamo convinti che la trasparenza, la prevedibilità e l’equità nei percorsi di carriera costituiscano un fattore cruciale per la coesione interna e per la valorizzazione e la motivazione del ruolo dei funzionari di Polizia.

Nei prossimi giorni, l’Associazione trasmetterà all’Amministrazione le proprie valutazioni analitiche e puntuali su ciascuna delle modifiche normative previste dal decreto, nella consapevolezza che questo confronto rappresenta un’occasione utile – e non più rinviabile – per iniziare ad affrontare, finalmente, le criticità strutturali del sistema.

 

Roma, 26 giugno 2025

IL SEGRETARIO NAZIONALE

ENZO MARCO LETIZIA

 

Incontro Ministro 26 giugno