L’associazione funzionari di Polizia risponde alle accuse di razzismo: “Pregiudizio ricorrente”

Intervista della “Stampa” di Francesco Grignetti

Enzo Letizia, Segretario Nazionale dell’associazione nazionale funzionari di polizia: «Giudizi infondati e ingiusti»

«Sono accuse infondate. La realtà è ben diversa», dice seccamente Enzo Letizia, segretario generale dell’associazione nazionale funzionari di polizia, la sigla che raccoglie i quadri della Ps. «Le recenti affermazioni contenute nel rapporto dell’ECRI (il comitato contro il razzismo e l’intolleranza, ndr) del Consiglio d’Europa, che tornano ad accusare le forze di polizia italiane di comportamenti discriminatori e razzisti, si rivelano non solo infondate, ma profondamente ingiuste».

Enzo Letizia sa bene che quest’accusa del Consiglio d’Europa aleggia da mesi. Lui ci vede un pregiudizio ormai consolidato e ricorrente. «La polizia italiana – commenta – è composta da professionisti formati sui valori fondanti della nostra Costituzione: libertà, solidarietà, uguaglianza e legalità. Non è tollerabile che un corpo così centrale nella tutela della democrazia e della convivenza civile venga periodicamente delegittimato da generalizzazioni che ignorano la realtà quotidiana del servizio.

Chi indossa la divisa, in Italia, non solo garantisce la sicurezza di tutti i cittadini, ma lo fa rischiando in prima persona, affrontando contesti complessi, spesso con risorse limitate, ma con un fermo ancoraggio a principi di rispetto e inclusione».

A suo dire, la realtà sarebbe stata addirittura capovolta dal rapporto dell’ECRI. L’associazione dei funzionari non solo nega che ci sia alcuna «profilazione razziale» nel loro operato, ma al contrario rivendica l’azione attiva contro l’intolleranza e gli atti discriminatori. «A conferma dell’impegno concreto e strutturale dell’Italia nella lotta a ogni forma di discriminazione, presso il Dipartimento della Pubblica Sicurezza opera l’Osservatorio per la Sicurezza Contro gli Atti Discriminatori, struttura che lavora per supportare le vittime di crimini d’odio, agevolare la presentazione delle denunce e favorire l’emersione di reati a sfondo discriminatorio.

L’OSCAD, attivo presso la Direzione Centrale della Polizia Criminale, non solo coordina interventi sul territorio da parte della polizia di Stato e dell’Arma dei carabinieri, ma promuove costantemente attività di formazione per gli operatori, monitora il fenomeno attraverso dati oggettivi e partecipa a campagne di sensibilizzazione, anche nelle scuole. Chiunque sia vittima di atti discriminatori può contattare l’Osservatorio. Siamo orgogliosi di un modello di sicurezza che tutela i più deboli e contrasta l’odio in ogni sua forma. L’Italia non merita etichette ideologiche, ma riconoscimento per l’impegno».