551-4berluSignor Presidente,

da giorni il personale della Direzione Investigativa Antimafia ha messo in atto una civile protesta a cui questa Associazione si è unita con solidale partecipazione.
All’origine della nostra preoccupazione la previsione contenuta nel disegno di legge di stabilità che taglia ulteriori fondi alla D.I.A., sopprimendo il trattamento economico accessorio, che il personale percepisce fin dalla sua istituzione. I dipendenti della D.I.A. subiranno così una decurtazione della loro busta paga pari al 20%, non paragonabile a nessuno dei tagli subiti da altre categorie di lavoratori dipendenti. La misura non trova alcuna giustificazione. Si ha la netta percezione che spinte irrazionali continuino a mortificare e ferire ulteriormente una struttura che già è stata messa in ginocchio dalle numerose sottrazioni di risorse degli anni passati. La previsione, inoltre, è amara nei confronti di donne e uomini che hanno svolto o svolgono indagini delicatissime, nonché, hanno consentito di confiscare beni alle mafie per un valore di 1,2 miliardi di euro negli ultimi 18 mesi.
La criminalità organizzata ha cambiato faccia. Colletti bianchi e insospettabili professionisti affiancano criminali che agiscono mirando a profitto e potere con procedure e metodi che si sono profondamente innovati: attività imprenditoriali collocate nell’economia reale attraverso un intreccio di partecipazioni azionarie, joint venture, investimenti immobiliari, nel quale si reinveste il fiume di denaro proveniente dal traffico di droga. Perciò, alla D.I.A. sono attribuiti poteri investigativi particolarmente penetranti che consentono di individuare i flussi di denaro dei mafiosi e contrastare l’infiltrazione sia nel tessuto economico che negli enti locali.
Fino ad oggi l’indebolimento della struttura, innescato dalle disattenzioni dei provvedimenti finanziari degli ultimi anni, è stato in parte assorbito dalla volonterosa continuità che il personale ha assicurato con abnegazione e professionalità.
Proprio per questo, Signor Presidente, Le rivolgiamo il nostro accorato invito volto affinché si cassi la norma inserita al comma 21 dell’art. 4 del progetto di legge di stabilità che inopinatamente cancella il trattamento accessorio per il personale della D.I.A..
Il nostro Paese non ha bisogno di eroi o martiri, troppi hanno già immolato la loro vita per noi e i nostri figli. Esso deve, invece, aspirare ad una maggiore organizzazione, efficienza, professionalità e motivazione in modo tale da appagare le giuste e legittime aspirazioni di chi svolge un lavoro appassionante ma delicato e gravoso.
Certi di trovare in Lei l’ascolto e la sensibilità che il tema merita Le porgiamo i nostri sentimenti di viva cordialità.

Enzo Marco Letizia

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