35-55imagesAl Presidente Monti
Al Segretario Bersani
All’On.le Berlusconi
A Grillo

 

 

Il triplice suicidio di Civitanova ha scosso la coscienza del Paese, una tragedia umana e personale è diventata la rappresentazione dimostrativa e simbolica del dramma italiano.

I problemi occupazionali legati alla chiusura delle imprese e alla delocalizzazione delle aziende e l’espulsione dal mondo del lavoro che crea disagi economici e sociali, moltiplica l’incertezze e allarga i confini di nuove povertà, le difficoltà di accesso al credito e l’indebitamento pubblico e privato, i tagli al welfare che colpiscono i ceti più vulnerabili, l’estensione del precariato con il dilatarsi di fasce di ragazzi e giovani che non studiano e non trovano lavoro, sono tutti problemi che hanno la necessita di essere affrontati senza alcun indugio, perché rappresentano un rischio per la tenuta stessa della democrazia.

Il Paese non può sopportare che all’instabilità della crisi si aggiunga l’incertezza che deriva dalle minacce alla sicurezza. E non può permettersi che i problemi che si sono accumulati e radicati tanto da convertirsi in emergenze si trasformino in questioni di Ordine Pubblico.

La storia e la cronaca ci insegnano che problemi a lungo trascurati, tensioni sottovalutate, domande cui non si è data risposta tempestiva sono soggetti a deteriorarsi fino ad intossicare le relazioni sociali che possono degenerare in forme violente a seguito di un evento a forte impatto emotivo.

Sono passati otto mesi da un altro gesto estremo e tremendamente esemplare, per l’atto e per il luogo scelto: nella tarda serata dell’11 agosto del 2012, un disoccupato si cosparse di liquido infiammabile dandosi fuoco in piazza Montecitorio. E morì il 19 agosto successivo.

La nostra esperienza ci fa temere che un gesto simile, nel contesto generale che stiamo vivendo, in una manifestazione di piazza, consumata non solo accanto ai palazzi del governo, avrebbe la forza di una scintilla in grado di far esplodere il disagio accumulato nel Paese, generando quella partecipazione emotiva incontrollata e irrazionale, in cui preoccupano anche le strumentalizzazioni dei professionisti del disordine.

E’ un rischio prevedibile, quello che denunciamo. Quello che è imprevedibile è dove e quando si verificherà. Noi faremo la nostra parte, anche se indeboliti in questi anni da manovre finanziarie che hanno disinvestito sulla sicurezza dei cittadini, ma spetta alla politica affrontare ed avviare con urgenza la soluzione a problemi che hanno bisogno di equità, solidarietà ed investimenti per allentare la stretta di una tensione sociale che sta superando i limiti di guardia.

Enzo Marco Letizia

Lettera ripresa dalle agenzie asca, adnkronos, agi, ansa
CRISI: FUNZIONARI POLIZIA, RISCHIO SUICIDI IN MANIFESTAZIONI

‘POTREBBE ESSERE SCINTILLA CHE FA ESPLODERE DISAGIO ACCUMULATO’

(ANSA) – ROMA, 11 APR – C’é il concreto rischio di atti suicidi nell’ambito delle manifestazioni di piazza innescate dalla crisi economica. Lo paventa Enzo Letizia, segretario  dell’Associazione nazionale funzionari di polizia, ricordando il triplice suicidio di Civitanova di qualche giorno fa. “La storia e la cronaca – spiega Letizia in una lettera inviata al premier Mario Monti ed ai tre leader politici Pierluigi Bersani, Silvio Berlusconi e Beppe Grillo – ci insegnano che problemi a lungo trascurati, tensioni sottovalutate, domande cui non si è data risposta tempestiva,  sono soggetti a deteriorarsi fino ad intossicare le relazioni sociali che possono degenerare in forme violente a seguito di un  evento a forte impatto emotivo”. Il segretario dell’Anfp  ricorda il disoccupato che si diede fuoco in piazza Montecitorio nell’agosto scorso. “La nostra esperienza – prosegue Letizia – ci fa temere che un gesto simile, nel contesto generale che  stiamo vivendo, in una manifestazione di piazza, consumata non  solo accanto ai palazzi del governo, avrebbe la forza di una  scintilla in grado di far esplodere il disagio accumulato nel  Paese, generando quella partecipazione emotiva incontrollata e  irrazionale, in cui preoccupano anche le strumentalizzazioni dei  professionisti del disordine”.
“E’ – sottolinea – un rischio prevedibile, quello che  denunciamo. Quello che è imprevedibile è dove e quando si
verificherà. Noi faremo la nostra parte, anche se indeboliti in  questi anni da manovre finanziarie che hanno disinvestito sulla  sicurezza dei cittadini, ma spetta alla politica affrontare ed  avviare con urgenza la soluzione a problemi che hanno bisogno di  equità, solidarietà ed investimenti per allentare la stretta di  una tensione sociale che sta superando i limiti di guardia”.  (ANSA).

LETTERA ALLA POLITICA: SUICIDIO IN MANIFESTAZIONE RISCHIO TENUTA O.P.