63-2alfano-angelinoSignor Ministro,
il 28 aprile scorso proprio mentre il nuovo Governo giurava al Quirinale un disoccupato ha tentato di uccidere tre carabinieri davanti a Palazzo Chigi.
Un’azione repentina ed imprevedibile che ha mostrato come, anche con i migliori dispositivi di protezione, vi sono minacce per le quali appare assai difficile garantire una reale tutela.
E’ sotto gli occhi di tutti che nel Paese c’e un clima delicato in cui la tensione sociale ha raggiunto livelli elevati, per cui è necessario affrontare il fenomeno alla radice per fronteggiare gli effetti e la pericolosa deriva che sembra essersi innescata.
L’intensificazione delle tutele e dei servizi di scorta, ipotesi che dovrà essere attentamente ponderata anche se in molti casi necessaria, rischierà di alimentare la contrapposizione ed il dissenso di tutti coloro che potrebbero interpretare l’iniziativa come l’ennesima espressione di “privilegi di casta”, lasciando inevitabilmente ancora più esposti gli appartenenti alle forze dell’ordine.
Sabato scorso, a Milano, un folle a colpi di piccone ha ferito cinque persone assassinandone una, i due episodi assolutamente diversi per motivazione e modalità hanno in comune la volontà di uccidere più soggetti in luoghi pubblici e rappresentano una spia che anche in Italia possano verificarsi casi di “furia omicida” in luoghi affollati, come è avvenuto in altri Paesi Europei e di recente nel c.d. mondo occidentale.
Pertanto, per aumentare l’efficienza del nostro sistema di sicurezza devono essere individuate più ed adeguate risorse anche per formare il personale delle forze di polizia, in modo ampio e non solo specialistico, ad affrontare emergenze simili in quanto il nostro Paese non può ritenersi immune da quelle possibili involuzioni violente che già si sono verificate altrove.
Roma, 13 maggio 2013

Enzo Marco Letizia

LA LETTERA AL MINISTRO