La scia della crisi in Medio Oriente non si ferma ai confini geografici della regione. Le immagini della “flottiglia” intercettata in mare hanno trovato un’immediata eco nelle nostre città, alimentando manifestazioni che, in diversi casi, hanno oltrepassato il limite della protesta civile. Blocchi ferroviari, tentativi di occupare stazioni, danneggiamenti e scontri con le forze dell’ordine: episodi che non rappresentano in alcun modo il diritto di manifestare, ma ne stravolgono il senso, trasformandolo in strumento di pressione sulla collettività.

La conseguenza più evidente è stata la paralisi temporanea della vita quotidiana di migliaia di cittadini, costretti a subire ritardi, disagi e paura. Non si tratta più di solidarietà verso il popolo palestinese – sentimento che appartiene a chiunque abbia a cuore la pace e la dignità dei popoli – ma di azioni che rischiano di isolare le istanze genuine dietro la cortina fumogena della violenza.

In questo scenario, la gestione dell’ordine pubblico ha ancora una volta dimostrato la professionalità dei dirigenti di polizia e delle forze dell’ordine, che hanno impedito che la tensione degenerasse ulteriormente. La fermezza unita alla capacità di contenimento ha garantito che la protesta non si trasformasse in un vero e proprio collasso della sicurezza urbana.

La libertà di esprimere le proprie opinioni è il cuore della democrazia, ma non può tradursi nel diritto di mettere in ginocchio il Paese. Occorre ribadire con forza che il dissenso trova la sua legittimità solo se esercitato nel rispetto delle regole. Chi sceglie la via della violenza non fa altro che indebolire la causa che intende difendere e scaricare sulla collettività un prezzo che non è giusto pagare.

In una fase internazionale già segnata da tensioni e da instabilità, l’Italia non può permettersi di essere teatro di disordini che non costruiscono nulla. È tempo che la responsabilità prevalga sullo scontro, e che la solidarietà si esprima con strumenti concreti e civili, non con l’interruzione della vita quotidiana di un intero Paese.

Roma, 3 ottobre 2025

Enzo Marco Letizia

Editoriale 3 ottobre 2025