Il 6 agosto di quarant’anni fa, a Palermo, la mafia assassinava il vicequestore aggiunto Antonino “Ninni” Cassarà e l’agente della Polizia di Stato Roberto Antiochia, che quel giorno aveva scelto di rientrare volontariamente dalla ferie per proteggerlo. Una vera e propria esecuzione mafiosa, con oltre duecento colpi esplosi da un commando armato, mentre Cassarà rientrava a casa dopo un’intensa giornata di lavoro.

Quel giorno segnò una ferita profonda e indelebile nella coscienza del Paese. La strage si consumò davanti agli occhi della moglie, Cassarà spirò sulle scale della loro abitazione tra le sue braccia: un’immagine immortalata in una foto che è diventata simbolo del dolore di tutte le vittime di mafia. In quell’abbraccio lacerante si concentra l’umanità di un uomo, la devastazione di una famiglia e il sacrificio di chi, nella fedeltà allo Stato, paga con la vita il proprio impegno per la legalità.

Ninni Cassarà era un funzionario straordinario, protagonista delle indagini che portarono al primo Maxiprocesso contro Cosa Nostra. Con lucidità investigativa e profonda consapevolezza del contesto, aveva contribuito a rompere l’omertà e ad affermare la verità giudiziaria su poteri criminali che sembravano intoccabili. Roberto Antiochia, giovane e generoso, è il volto di una generazione che ha scelto da che parte stare, fino all’estremo sacrificio.

A distanza di quarant’anni, l’Associazione Nazionale Funzionari di Polizia rinnova il proprio impegno a custodire e trasmettere la memoria di quei servitori dello Stato, consapevole che il ricordo è responsabilità, è testimonianza, è scelta quotidiana di resistenza contro ogni forma di compromesso o indifferenza.

Nel nome di Cassarà e Antiochia, e di tutti i caduti nella lotta alla mafia, continuiamo a credere in una Polizia al servizio dei cittadini, coraggiosa e determinata, fedele alla legalità costituzionale.

Così in una nota Enzo Letizia segretario dell’associazione nazionale funzionari di polizia.

 

MAFIA: ANFP, ’40 ANNI MORTE CASSARA’ E ANTIOCHIA, IL DOVERE DELLA MEMORIA’  Roma, 5 ago. – (Adnkronos) – “Il 6 agosto di quarant’anni fa, a Palermo, la mafia assassinava il vicequestore aggiunto Antonino ‘Ninni’ Cassara’ e l’agente della polizia di Stato Roberto Antiochia, che quel giorno aveva scelto di rientrare volontariamente dalla ferie per proteggerlo. Una vera e propria esecuzione mafiosa, con oltre duecento colpi esplosi da un commando armato, mentre Cassara’ rientrava a casa dopo un’intensa giornata di lavoro”. Cosi’ in una nota Enzo Letizia segretario dell’Associazione nazionale funzionari di polizia.
“Quel giorno segno’ una ferita profonda e indelebile nella coscienza del Paese. La strage si consumo’ davanti agli occhi della moglie, Cassara’ spiro’ sulle scale della loro abitazione tra le sue braccia: un’immagine immortalata in una foto che e’ diventata simbolo del dolore di tutte le vittime di mafia. In quell’abbraccio lacerante si concentra l’umanita’ di un uomo, la devastazione di una famiglia e il sacrificio di chi, nella fedelta’ allo Stato, paga con la vita il proprio impegno per la legalita’. Ninni Cassara’ – continua Letizia – era un funzionario straordinario, protagonista delle indagini che portarono al primo Maxiprocesso contro Cosa Nostra. Con lucidita’ investigativa e profonda consapevolezza del contesto, aveva contribuito a rompere l’omerta’ e ad affermare la verita’ giudiziaria su poteri criminali che sembravano intoccabili. Roberto Antiochia, giovane e generoso, e’ il volto di una generazione che ha scelto da che parte stare, fino all’estremo sacrificio”.
“A distanza di quarant’anni, l’Associazione nazionale funzionari di polizia rinnova il proprio impegno a custodire e trasmettere la memoria di quei servitori dello Stato, consapevole che il ricordo e’ responsabilita’, e’ testimonianza, e’ scelta quotidiana di resistenza contro ogni forma di compromesso o indifferenza. Nel nome di Cassara’ e Antiochia, e di tutti i caduti nella lotta alla mafia, continuiamo a credere in una Polizia al servizio dei cittadini, coraggiosa e determinata, fedele alla legalita’ costituzionale.

 

40 ANNI FA L’ASSASSINIO DI CASSARÀ E ANTIOCHIADI, IL RICORDO DEI FUNZIONARI POLIZIA

(LA4NEWS/9Colonne) Roma, 5 ago – “Il 6 agosto di quarant’anni fa, a Palermo, la mafia assassinava il vicequestore aggiunto Antonino “Ninni” Cassara’ e l’agente della Polizia di Stato Roberto Antiochia, che quel giorno aveva scelto di rientrare volontariamente dalla ferie per proteggerlo. Una vera e propria esecuzione mafiosa, con oltre duecento colpi esplosi da un commando armato, mentre Cassara’ rientrava a casa dopo un’intensa giornata di lavoro. Quel giorno segno’ una ferita profonda e indelebile nella coscienza del Paese. La strage si consumo’ davanti agli occhi della moglie, Cassara’ spiro’ sulle scale della loro abitazione tra le sue braccia: un’immagine immortalata in una foto che e’ diventata simbolo del dolore di tutte le vittime di mafia. In quell’abbraccio lacerante si concentra l’umanita’ di un uomo, la devastazione di una famiglia e il sacrificio di chi, nella fedelta’ allo Stato, paga con la vita il proprio impegno per la legalita’. Ninni Cassara’ era un funzionario straordinario, protagonista delle indagini che portarono al primo Maxiprocesso contro Cosa Nostra. Con lucidita’ investigativa e profonda consapevolezza del contesto, aveva contribuito a rompere l’omerta’ e ad affermare la verita’ giudiziaria su poteri criminali che sembravano intoccabili. Roberto Antiochia, giovane e generoso, e’ il volto di una generazione che ha scelto da che parte stare, fino all’estremo sacrificio. A distanza di quarant’anni, l’Associazione Nazionale Funzionari di Polizia rinnova il proprio impegno a custodire e trasmettere la memoria di quei servitori dello Stato, consapevole che il ricordo e’ responsabilita’, e’ testimonianza, e’ scelta quotidiana di resistenza contro ogni forma di compromesso o indifferenza. Nel nome di Cassara’ e Antiochia, e di tutti i caduti nella lotta alla mafia, continuiamo a credere in una Polizia al servizio dei cittadini, coraggiosa e determinata, fedele alla legalita’ costituzionale”. Cosi’ in una nota Enzo Letizia segretario dell’associazione nazionale funzionari di polizia.

Mafia: funzionari polizia, la memoria strumento di formazione / (AGI) – Roma, 5 ago. – “Il 6 agosto di quarant’anni fa, a Palermo, la mafia assassinava il vicequestore aggiunto Antonino ‘Ninni’ Cassara’ e l’agente della Polizia di Stato Roberto Antiochia, che quel giorno aveva scelto di rientrare volontariamente dalla ferie per proteggerlo. Una vera e propria esecuzione mafiosa, con oltre duecento colpi esplosi da un commando armato, mentre Cassara’ rientrava a casa dopo un’intensa giornata di lavoro. Quel giorno segno’ una ferita profonda e indelebile nella coscienza del Paese”. Cosi’ in una nota Enzo Letizia, segretario dell’Associazione nazionale funzionari di polizia.
“La strage – ricorda Letizia – si consumo’ davanti agli occhi della moglie, Cassara’ spiro’ sulle scale della loro abitazione tra le sue braccia: un’immagine immortalata in una foto che e’ diventata simbolo del dolore di tutte le vittime di mafia. In quell’abbraccio lacerante si concentra l’umanita’ di un uomo, la devastazione di una famiglia e il sacrificio di chi, nella fedelta’ allo Stato, paga con la vita il proprio impegno per la legalita’. Ninni Cassara’ era un funzionario straordinario, protagonista delle indagini che portarono al primo Maxiprocesso contro Cosa Nostra. Con lucidita’ investigativa e profonda consapevolezza del contesto, aveva contribuito a rompere l’omerta’ e ad affermare la verita’ giudiziaria su poteri criminali che sembravano intoccabili. Roberto Antiochia, giovane e generoso, e’ il volto di una generazione che ha scelto da che parte stare, fino all’estremo sacrificio”.
“A distanza di quarant’anni – conclude il leader sindacale – l’Associazione rinnova il proprio impegno a custodire e trasmettere la memoria di quei servitori dello Stato, consapevole che il ricordo e’ responsabilita’, e’ testimonianza, e’ scelta quotidiana di resistenza contro ogni forma di compromesso o indifferenza. Nel nome di Cassara’ e Antiochia, e di tutti i caduti nella lotta alla mafia, continuiamo a credere in una Polizia al servizio dei cittadini, coraggiosa e determinata, fedele alla legalita’ costituzionale”. (AGI)

MAFIA: ASSOCIAZIONE FUNZIONARI POLIZIA, ‘OMICIDIO CASSARA’ E ANTIOCHIA FERITA INDELEBILE PER PAESE’

Palermo, 6 ago. (Adnkronos) – “Il 6 agosto di quarant’anni fa, a Palermo, la mafia assassinava il vicequestore aggiunto Antonino Ninni Cassara’ e l’agente della polizia di Stato Roberto Antiochia che quel giorno aveva scelto di rientrare volontariamente dalla ferie per proteggerlo. Una vera e propria esecuzione mafiosa, con oltre duecento colpi esplosi da un commando armato, mentre Cassara’ rientrava a casa dopo un’intensa giornata di lavoro. Quel giorno segno’ una ferita profonda e indelebile nella coscienza del Paese. A distanza di quarant’anni, l’Associazione nazionale funzionari di polizia rinnova il proprio impegno a custodire e trasmettere la memoria di quei servitori dello Stato, consapevole che il ricordo e’ responsabilita’, e’ testimonianza, e’ scelta quotidiana di resistenza contro ogni forma di compromesso o indifferenza. Nel nome di Cassara’ e Antiochia, e di tutti i caduti nella lotta alla mafia, continuiamo a credere in una polizia al servizio dei cittadini, coraggiosa e determinata, fedele alla legalita’ costituzionale”. Cosi’ in una nota Enzo Letizia segretario dell’associazione nazionale funzionari di polizia.

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