“Quando avvengono fatti come quelli accaduti a Lodi, occorre prudenza e consentire agli inquirenti ed alla magistratura di poter lavorare senza pressioni emotive”, queste le parole di Enzo Letizia, segretario dell’ANFP, in relazione alla sparatoria avvenuta a Lodi e che è costata la vita ad un uomo che, insieme a dei complici, è stato sorpreso dal titolare di un ristorante mentre tentava di mettere a segno un furto.”Al momento,” prosegue Letizia, “le informazioni sono troppo vaghe e frammentarie per trarre conclusioni in un senso o in un altro. Quello che temo in casi come questi, è una eccessiva rincorsa a schierarsi da una parte o dall’altra, rischiando di complicare il lavoro di chi ha il compito istituzionale di ricostruire una vicenda, certamente tragica, e verificare se, in concreto, vi siano o meno i requisiti della legittima difesa come oggi è definita dall’articolo 52 del Codice Penale.””L’aspetto poi più pericoloso” ha concluso il segretario dell’associazione funzionari, “è la deriva che viene anche alimentata dal web e dai social network, dove si trovano dichiarazioni che sono vere e proprie forme di istigazione alla giustizia sommaria che, in quanto tale, certo non può essere considerata giustizia e che mai ha portato a miglioramenti contro la criminalità, bensì esattamente l’opposto.”


LODI: FUNZIONARI POLIZIA, NO A STRUMENTALIZZAZIONI E ISTIGAZIONI A GIUSTIZIA SOMMARIA
Roma, 10 mar. (AdnKronos) –
 “Quando avvengono fatti come quelli  accaduti a Lodi, occorre prudenza e consentire agli inquirenti ed alla magistratura di poter lavorare senza pressioni emotive”. Lo sottolinea all’AdnKronos Enzo Letizia, segretario dell’Anfp, Associazione Nazionale Funzionari di Polizia, in relazione alla sparatoria avvenuta a Lodi e che è costata la vita ad un uomo che, insieme a dei complici, è stato sorpreso dal titolare di un ristorante mentre tentava di mettere a segno un furto. “Al momento – prosegue Letizia – le informazioni sono troppo vaghe e frammentarie per trarre conclusioni in un senso o in un altro. Quello che temo in casi come questi, è una eccessiva rincorsa a schierarsi da una parte o dall’altra, rischiando di complicare il lavoro di chi ha  il compito istituzionale di ricostruire una vicenda, certamente tragica, e verificare se, in concreto, vi siano o meno i requisiti della legittima difesa come oggi è definita dall’articolo 52 del Codice Penale”. “L’aspetto poi più pericoloso -conclude il segretario  dell’associazione funzionari di polizia- è la deriva che viene anche alimentata dal web e dai social network, dove si trovano dichiarazioni che sono vere e proprie forme di istigazione alla giustizia sommaria che, in quanto tale, certo non può essere considerata giustizia e che mai ha portato a miglioramenti contro la criminalità, bensì  esattamente l’opposto”.