1-81424_5_2CRIMINALITA’: ANFP, PUO’ INFLUENZARE E ALTERARE REGOLE MERCATO (AGI) – Roma, 15 nov. – La criminalita’ organizzata “costa cara all’Italia” perche’ “la’ dove e’ in grado di influire sulle regole di comportamento e quindi anche sulle regole dell’agire economico, si comporta come un soggetto leader in grado di influenzare con il proprio comportamento e con le proprie strategie l’equilibrio di mercato, in termini di prezzi e quantita’. Tanto e’ piu’ forte tale controllo tanto piu’ e’ lecito attendersi uno spostamento del mercato verso forme di oligopolio e di monopolio”. L’analisi e’ dell’Anfp, l’Associazione nazionale dei funzionari di polizia, che oggi ha presentato il volume ‘Legalita’ e credito. L’investimento in sicurezza per la libera attivita’ di impresa’, sulla base di una ricerca affidata all’Istituto Aiccon, la cui commissione scientifica e’ guidata dall’economista Stefano Zamagni. Dalla ricerca emerge come “l’azione della criminalita’ organizzata agisca su diversi livelli, dal peggioramento del quadro istituzionale, all’alterazione delle regole di mercato fino al costante tentativo di trasformare il potere ‘militare’ in potere economico sullo stesso territorio e su altri oggetto di attivita’ di riciclaggio”. La criminalita’ “trae linfa dal mancato rispetto delle regole” e, a sua volta, “contribuisce a generare una debolezza istituzionale”, una dinamica “viziosa” che caratterizza quei territori “in cui la stessa criminalita’ e’ in grado di esercitare la sua autorita’ generando cosi’ un costo sociale”. Secondo Enzo Marco Letizia, che dell’Anfp e’ segretario nazionale, “diverse inchieste della Dda di Napoli hanno rilevato che la pressione camorristica sulle attivita’ economiche e’ tanto rilevante da indurre alcune realta’ imprenditoriali a rivolgersi spontaneamente al capo clan, quasi ad ‘esorcizzare’ l’effettivo estorsivo, ancora prima di avviare l’attivita’ di impresa. In altre inchieste, invece, e’ addirittura emerso che grandi gruppi nazionali affidavano la rappresentanza in esclusiva a soggetti riconducibili ai clan, cosi’ da ottenere l’ulteriore effetto di facilitare l’inserimento dei propri prodotti sul territorio, grazie all’attivita’ di diretto ‘convincimento’ perpetrato dalla criminalita’ organizzata sui rivenditori”. (AGI)