399-4intercettazioni1Roma, 04 giugno 2010 – Ha ragione il relatore del ddl intercettazioni, da qualsiasi reato si può arrivare ad uno di mafia, tanto che oggi il sistema delle intercettazioni prevede per molti reati come l’omicidio, l’usura, la rapina, il riciclaggio, la corruzione, lo scambio elettorale politico-mafioso, che i telefoni degli indagati possano essere ascoltati fino alla chiusura delle indagini preliminari.

Infatti, i mafiosi si associano per commettere più delitti finalizzati al controllo di attività economiche, corrompono funzionari ed assessori degli enti locali per ottenere appalti, licenze edilizie e servizi pubblici ed infine ostacolano il libero esercizio del voto condizionando le consultazioni elettorali.

L’ipotesi di prorogare di 48 in 48 ore oltre i 75 giorni costringerebbe gli investigatori ad una corsa ad ostacoli, quando è ben noto, che le indagini per essere efficaci hanno bisogno di tempo per permettere agli inquirenti di ragionare, di fare le relative analisi ed i riscontri oggettivi su quanto si è ascoltato dalle utenze telefoniche e dalle microspie.

Chiediamo che il sistema delle intercettazioni conservi la sua coerenza che ha consentito di abbassare gli indici di criminalità e di assestare durissimi colpi alle associazioni di stampo mafioso.

Ripreso da Ansa, Agi, Apcom, Adnkronos

La Repubblica

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