AL SIGNOR PRESIDENTE

ON.LE Walter RIZZETTO

XI COMMISSIONE (LAVORO PUBBLICO E PRIVATO)

CAMERA DEI DEPUTATI

 

 

Signor Presidente,

sono passati più di sei mesi dalla pronuncia n°130 del 2023 della Corte Costituzionale, nella quale si è sottolineato che la garanzia costituzionale della giusta retribuzione, non si limita solo all’importo corrisposto ma, include anche la tempestività dell’erogazione rimarcando, altresì, che le disposizioni sul pagamento differito del TFS nel pubblico impiego, introdotte originariamente per affrontare una crisi temporanea, sono diventate una pratica strutturale ingiustificata.

Al riguardo la Corte ha rimarcato che è prioritario un intervento riformatore da parte del legislatore, come peraltro aveva già evidenziato con la sentenza n° 150 del 2019.

E’ di tutta evidenza che la situazione inflazionistica ha acuito l’urgenza di un intervento legislativo, poiché la rateizzazione della prestazione previdenziale non è controbilanciata da una rivalutazione monetaria, tanto che il ritardo incide negativamente sulla stessa consistenza del TFS, con una netta perdita di valore. Inoltre, i prestiti a tassi agevolati delle banche, che oscillano dal 3 % al 4 % e dell’INPS, come alternativa al pagamento immediato, non risolvono affatto il problema, al contrario, impongono un ulteriore onere finanziario aggiuntivo ai dipendenti pubblici, il che non solo è ingiusto ma anche inaccettabile. Per di più, i tempi di lavorazione delle domande delle richieste di anticipazione, a titolo oneroso, all’INPS non sono inferiori ai sei mesi ma possono arrivare addirittura ad un anno.

Al riguardo, il personale della Polizia di Stato si domanda quale sia la motivazione per cui debba pagare un tasso d’interesse per ricevere, all’atto del pensionamento, i propri soldi che già gli appartengono di diritto.

Il nostro sistema si basa sulla tutela dei diritti e delle garanzie costituzionali e non si può consentire che questo diritto fondamentale venga ignorato od ulteriormente compromesso, per cui c’è bisogno di una risposta rapida e concreta da parte delle istituzioni per porre fine a questa ingiustizia.

Per quanto sopra esposto, si richiede di essere sentiti in Commissione, anche in considerazione del fatto che è iniziato l’esame dell’Atto Camera n° 1254 recante misure per la “riduzione dei termini per la liquidazione del trattamento di fine servizio dei dipendenti delle amministrazioni pubbliche e rivalutazione dei limiti d’importo per l’erogazione rateale del medesimo trattamento” che, tuttavia, a parere degli scriventi è ancora distante dalle indicazioni della Corte Costituzionale.

ROMA, 2 FEBBRAIO 2024

 

LETTERA RICHIESTA AUDIZIONE 2 FEBBRAIO 2024