Lo scorso 26 giugno si è finalmente aperto, dopo anni di stallo, il confronto per la definizione del primo contratto della dirigenza di Polizia di Stato, riferito ai trienni economici 2018/2020 e 2021/2023.

È un passaggio di grande rilievo sindacale e politico. E’ fondamentale chiarire che cosa riguarda questo contratto e cosa invece ne è escluso, anche per evitare equivoci sulla reale portata dell’intervento in corso e per non caricarlo di aspettative oltre misura. Stiamo infatti parlando di due trienni già scaduti, che riguardano il passato e per i quali il margine di manovra è definito dalle risorse già stanziate all’epoca.

 

Il contratto riguarda il solo trattamento accessorio

 Occorre essere chiari: il contratto oggi in discussione riguarda esclusivamente il trattamento accessorio. Non si interviene sul trattamento fisso e continuativo – cioè lo stipendio – che è disciplinato direttamente dalla legge e aggiornato annualmente in base agli incrementi medi, calcolati dall’Istat, conseguiti dai pubblici dipendenti.

Il trattamento accessorio, oggetto del contratto, è costituito da una serie di voci legate a specifiche funzioni, incarichi, attività o condizioni di servizio. Per meglio comprendere il nostro accessorio rientrano in esso ad esempio l’indennità di missione, l’indennità per servizi di ordine pubblico e la reperibilità.

 

Un impegno costante dal 2018: il frutto di una battaglia solitaria

 Occorre precisare che proprio dal 2018 l’Associazione ha condotto, in solitudine, una battaglia costante per ottenere risorse aggiuntive per la dirigenza, anno dopo anno, senza mai arrendersi. I fondi disponibili sono il frutto di quel lavoro tenace e silenzioso.

È fondamentale però essere consapevoli che le somme in questione riguardano esclusivamente il trattamento accessorio. Si tratta quindi di un’integrazione possibile, entro una cornice normativa ben definita, che non comprende la componente più rilevante del trattamento economico complessivo, è utile ribadirlo.

 

Risorse limitate dell’accessorio ma che spettano ai colleghi

 I fondi attualmente disponibili non sono certo la risposta a tutte le esigenze, ma sono risorse dei colleghi, che spettano ai colleghi, e che vanno distribuite con equità e trasparenza.

Spesso si tende a pensare che il termine “contratto” implichi un intervento globale sugli stipendi: in questo caso, l’incremento riguarda solo una frazione – il trattamento accessorio – che rappresenta la parte minore dell’intero trattamento economico.

 

Uno spartiacque politico e sindacale

 Questo è solo un primo passo, ma dobbiamo rivendicarlo come tale. La vera sfida sarà ottenere ulteriori risorse e intervenire in modo più ampio nel contratto 2024/2026, che dovrà prevedere anche un confronto di natura normativa, e non solo economica.

Le somme disponibili nei due trienni oggi in discussione sono nettamente inferiori a quelle già previste per il triennio 2024/2026, pur rimanendo, anche per quest’ultimo contratto, non ancora adeguate alle reali responsabilità e al valore della dirigenza.

 

In conclusione

Il contratto per la dirigenza riguarda solo il trattamento accessorio, non lo stipendio. Le cifre sono contenute per la natura stessa dell’oggetto di contrattazione, ma rappresentano un diritto e un risultato da concretizzare. È un segnale politico di ripartenza, che restituisce dignità alla dirigenza e apre una fase nuova, la stagione dei contratti.

Ora dobbiamo costruire insieme il futuro. Con competenza, coesione e coraggio.

 

 

Milano, 30 luglio 2025

 

Il Consigliere Nazionale

Beniamino MANGANARO

 

Nota Cons Nazionale Manganaro 30 luglio