Roma, 23 luglio – “L’iscrizione nel registro degli indagati di due poliziotti a Brindisi, dopo una sparatoria con cinque malviventi, deve necessariamente offrire un momento di riflessione per un cambiamento delle norme del codice di procedura penale in tema di garanzie difensive. “
“È evidente per chi si occupa di diritto che il PM di Brindisi non ha fatto altro che applicare correttamente le norme vigenti, ma è altrettanto chiaro per chi vive con lo stipendio da poliziotto ed ha famiglia, che l’automatismo tra uso delle armi e avviso di garanzia rappresenta un peso molto gravoso in termini di anticipazione di spese per gli avvocati e le legittime angosce dei propri cari”
“Crediamo sia davvero necessario un temperamento della norma, specie in casi così eclatanti, in cui due agenti di polizia si sono trovati davanti a cinque delinquenti che non hanno esitato a ricorrere alle armi”
“Siamo sempre stati convinti che l’operato delle forze dell’ordine non possa essere sottratto al vaglio della magistratura ma altrettanto fortemente siamo convinti che per chi ha l’obbligo giuridico di esporsi al pericolo e che per lavoro deve quotidianamente vincere violenze e resistenze si debba trovare un giusto temperamento in termini di equità”
È quanto riferisce l’Associazione Nazionale Funzionari di Polizia, in una nota del portavoce Girolamo Lacquaniti.

Muore in assalto a bancomat: Anfp, cambiare norme
(ANSA) – ROMA, 23 LUG – E’ necessario “cambiare le norme di procedura penale per chi ha l’obbligo di esporsi al pericolo”.
E’ quanto afferma l’Associazione nazionale funzionari di Polizia (Anfp) dopo l’iscrizione nel registro degli indagati di due poliziotti coinvolti nella sparatoria avvenuta sabato scorso a Brindisi in cui è morto un rapinatore.
“E’ evidente per chi si occupa di diritto che il Pm di Brindisi non ha fatto altro che applicare correttamente le norme vigenti – sottolinea il portavoce Girolamo Lacquaniti – ma è altrettanto chiaro per chi vive con lo stipendio da poliziotto ed ha famiglia che l’automatismo tra uso delle armi e avviso di garanzia rappresenta un peso molto gravoso in termini di anticipazione di spese per gli avvocati e le legittime angosce dei propri cari”. Per questo, aggiunge il sindacato dei funzionari di polizia, “crediamo sia davvero necessario un temperamento della norma, specie in casi così eclatanti, in cui due agenti di polizia si sono trovati davanti a cinque delinquenti che non hanno esitato a ricorrere alle armi”.
“Siamo sempre stati convinti che l’operato delle forze dell’ordine non possa essere sottratto al vaglio della magistratura – conclude l’Anfp – ma altrettanto fortemente siamo convinti che per chi ha l’obbligo giuridico di esporsi al pericolo e che per lavoro deve quotidianamente vincere violenze e resistenze si debba trovare un giusto temperamento in termini di equità”.(ANSA).