Nel giorno dell’anniversario dell’efferato attentato che il 29 luglio 1983 costò la vita al giudice Rocco Chinnici, ai carabinieri Mario Trapassi e Salvatore Bartolotta e al portiere dello stabile Stefano Li Sacchi, l’Associazione Nazionale Funzionari di Polizia ne onora con commozione la memoria e il coraggio.

L’omicidio Chinnici segnò una tragica cesura nella lotta alla mafia, per le modalità con cui venne eseguito — un’autobomba con carica esplosiva collocata sotto casa, in pieno centro a Palermo — che per l’epoca ricordavano le tecniche del terrorismo internazionale, come quelle già viste a Beirut. Una violenza inedita, pensata per spezzare non solo una vita, ma anche un metodo.

Rocco Chinnici fu il magistrato che introdusse una visione sistemica dell’azione investigativa contro Cosa Nostra. Fu il promotore del primo gruppo di lavoro che avrebbe poi dato origine al celebre “pool antimafia”. Intuì prima di altri che solo facendo squadra — magistrati, polizia giudiziaria, forze dell’ordine — si poteva affrontare la struttura verticistica e militare della mafia siciliana.

Il suo esempio continua a vivere nell’impegno quotidiano di chi ha scelto di servire lo Stato con determinazione e spirito di giustizia. I funzionari di polizia, insieme a tutti gli operatori della sicurezza, sanno che la lezione di Chinnici è ancora attuale: per vincere la mafia servono competenza, visione, coesione istituzionale e memoria.

Ricordarlo oggi significa rinnovare la fedeltà a quei valori che ne hanno ispirato l’azione: legalità, giustizia e coraggio civile. Così in una nota Enzo Letizia segretario dell’associazione nazionale funzionari di polizia

MAFIA: FUNZIONARI POLIZIA, ‘LEZIONE CHINNICI E’ ATTUALE, SUO ESEMPIO VIVE IN CHI SERVE LO STATO’ Roma, 29 lug. (Adnkronos) – “Nel giorno dell’anniversario dell’efferato attentato che il 29 luglio 1983 costo’ la vita al giudice Rocco Chinnici, ai carabinieri Mario Trapassi e Salvatore Bartolotta e al portiere dello stabile Stefano Li Sacchi, l’Associazione Nazionale Funzionari di Polizia ne onora con commozione la memoria e il coraggio”. Cosi’ in una nota Enzo Letizia segretario dell’associazione nazionale funzionari di polizia che spiega come “l’omicidio Chinnici segno’ una tragica cesura nella lotta alla mafia, per le modalita’ con cui venne eseguito — un’autobomba con carica esplosiva collocata sotto casa, in pieno centro a Palermo — che per l’epoca ricordavano le tecniche del terrorismo internazionale, come quelle gia’ viste a Beirut. Una violenza inedita, pensata per spezzare non solo una vita, ma anche un metodo”.
“Rocco Chinnici fu – spiega Letizia – il magistrato che introdusse una visione sistemica dell’azione investigativa contro Cosa Nostra. Fu il promotore del primo gruppo di lavoro che avrebbe poi dato origine al celebre ”pool antimafia”. Intui’ prima di altri che solo facendo squadra — magistrati, polizia giudiziaria, forze dell’ordine — si poteva affrontare la struttura verticistica e militare della mafia siciliana. Il suo esempio continua a vivere nell’impegno quotidiano di chi ha scelto di servire lo Stato con determinazione e spirito di giustizia. I funzionari di polizia – sottolinea -, insieme a tutti gli operatori della sicurezza, sanno che la lezione di Chinnici e’ ancora attuale: per vincere la mafia servono competenza, visione, coesione istituzionale e memoria. Ricordarlo oggi – conclude Letizia – significa rinnovare la fedelta’ a quei valori che ne hanno ispirato l’azione: legalita’, giustizia e coraggio civile”.

Mafia: funzionari polizia, lezione di Chinnici ancora attuale / (AGI) – Roma, 29 lug. – “Nel giorno dell’anniversario dell’efferato attentato che il 29 luglio 1983 costo’ la vita al giudice Rocco Chinnici, ai carabinieri Mario Trapassi e Salvatore Bartolotta e al portiere dello stabile Stefano Li Sacchi, l’Associazione nazionale funzionari di polizia ne onora con commozione la memoria e il coraggio”. Cosi’ in una nota Enzo Letizia, segretario dell’Associazione.
“L’omicidio Chinnici – sottolinea Letizia – segno’ una tragica cesura nella lotta alla mafia per le modalita’ con cui venne eseguito un’autobomba con carica esplosiva collocata sotto casa, in pieno centro a Palermo che per l’epoca ricordavano le tecniche del terrorismo internazionale, come quelle gia’ viste a Beirut. Una violenza inedita, pensata per spezzare non solo una vita, ma anche un metodo. Rocco Chinnici fu il magistrato che introdusse una visione sistemica dell’azione investigativa contro Cosa Nostra. Fu il promotore del primo gruppo di lavoro che avrebbe poi dato origine al celebre ‘pool antimafia’. Intui’ prima di altri che solo facendo squadra magistrati, polizia giudiziaria, forze dell’ordine si poteva affrontare la struttura verticistica e militare della mafia siciliana. Il suo esempio continua a vivere nell’impegno quotidiano di chi ha scelto di servire lo Stato con determinazione e spirito di giustizia”.
I funzionari di polizia, insieme a tutti gli operatori della sicurezza, “sanno che la lezione di Chinnici e’ ancora attuale: per vincere la mafia servono competenza, visione, coesione istituzionale e memoria. Ricordarlo oggi significa rinnovare la fedelta’ a quei valori che ne hanno ispirato l’azione: legalita’, giustizia e coraggio civile”. (AGI)