Una “chiara intimidazione per marcare il territorio”. E’ Enzo Marco Letizia, segretario nazionale dell’Associazione nazionale dei funzionari di polizia, a interpretare cosi’ gli spari di ieri sera contro un’auto della polizia a a Ponticelli, area storica della guerra tra bande della malavita organizzata napoletana. “I criminali – spiega Letizia – hanno sparato contro le forze dell’ordine impegnate nella lotta ai clan che da anni tentano di diventare padroni incontrastati di ogni settore della vita economica e sociale di quell’area. L’avvenimento e’ inquietante e dimostra che l’attivita’ di contrasto alla criminalita’, al di la’ dei trionfalismi, non puo’ ridursi alla cattura di latitanti. Esso non deve essere sottovalutato come fatto episodico poiche’ conferma che la malavita non si limita a difendersi e a prosperare nella clandestinita’, ma intende portare un vero e proprio attacco sfrontato al cuore delle istituzioni e dello Stato colpendo la polizia in modo che tutti capiscano chi comanda”. “I poliziotti del commissariato di Ponticelli – raccomanda il segretario nazionale – non devono essere lasciati soli. Occorre intervenire subito per riaffermare la presenza dello Stato. Da ieri sera le auto civetta della giudiziaria si sono ridotte del 50%: dopo lo scontro a fuoco da due ne e’ rimasta solo una utilizzabile. Le forze dell’ordine attive in quell’area cruciale conducono da anni una guerra impari: occorrono risorse economiche per incrementare l’attivita’ di investigazione e intelligence, e’ necessario aumentare il numero del personale impegnato, non e’ rinviabile il ricorso a tecnologie che permettano il monitoraggio costante del territorio. Non sono ammessi tagli di spesa e riduzione degli investimenti in questo settore: si tratta della sicurezza del Paese, della tutela delle sue istituzioni, del ripristino delle condizioni di legalita’. La classe politica deve prendere coscienza che se non vuole consegnare questo Paese all’illegalita’, deve interrompere con determinazione il fiume di denaro che entra nella casse della criminalita’ organizzata. A Napoli si gioca una partita decisiva per l’intero Paese come le cronache di questi ultimi mesi dimostrano quotidianamente”.