L’Associazione Nazionale Funzionari di Polizia esprime apprezzamento per le parole del Capo della Polizia – Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, Prefetto Vittorio Pisani, e del Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, pronunciate in occasione del ventennale della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, celebrato oggi nella Sala Palatucci del Polo Tuscolano di Roma.
Nel ricordare la DAC come “modello organizzativo vincente”, il Capo della Polizia ha evidenziato come questa struttura garantisca una direzione unitaria delle attività investigative svolte dalle Squadre Mobili, del controllo del territorio esercitato dalle Volanti e dell’aggressione ai patrimoni illeciti tramite le sezioni specializzate. Ma soprattutto, ha indicato la necessità di guardare avanti, a una criminalità che si muove ormai nel mondo del web, colpendo l’identità digitale dei cittadini, e richiedendo quindi nuove strategie operative e investigative.
Il Ministro Piantedosi ha rafforzato questa prospettiva sottolineando che la DAC rappresenta un unicum nel panorama internazionale e nazionale: “Mette insieme ciò che avviene nel territorio nazionale, ma anche internazionale, ed è legata al Ministero dell’Interno che ha al proprio interno le funzioni nazionali di autorità di pubblica sicurezza”. Ha poi ricordato risultati straordinari come la cattura di latitanti e il recupero di ingenti patrimoni, e ha incoraggiato la creazione di una struttura scientifica e tecnologica a supporto del lavoro già eccellente svolto fino ad oggi, ribadendo con forza che “il nostro sistema Antimafia è il migliore e ci viene invidiato da tutti”.
L’ANFP condivide pienamente questa visione: oggi, il virtuale è reale. Le aggressioni digitali – dal furto d’identità al phishing, dalle truffe online al deepfake – sono strumenti concreti della criminalità, capaci di colpire in modo sistemico individui e istituzioni. Per le donne e gli uomini delle Squadre Mobili ciò significa operare in un contesto ancora più complesso, dove la dimensione digitale si somma a quella fisica nell’analisi dei comportamenti, nella costruzione del quadro probatorio e nell’individuazione dei sospettati.
L’Associazione ribadisce il proprio impegno nel sostenere l’evoluzione di modelli organizzativi che, come quello della DAC, sappiano integrare visione strategica, tecnologie avanzate e professionalità investigative, mantenendo il primato italiano nella lotta alla criminalità e al crimine organizzato, anche nelle sue nuove e insidiose declinazioni digitali.
POLIZIA DI STATO, ANFP: DAC MODELLO VINCENTE
(LA4NEWS/9Colonne) Roma, 7 lug – L’Associazione Nazionale Funzionari di Polizia esprime apprezzamento per le parole del Capo della Polizia – Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, Prefetto Vittorio Pisani, e del Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, pronunciate in occasione del ventennale della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, celebrato oggi nella Sala Palatucci del Polo Tuscolano di Roma. Nel ricordare la DAC come “modello organizzativo vincente”, il Capo della Polizia ha evidenziato come questa struttura garantisca una direzione unitaria delle attivita’ investigative svolte dalle Squadre Mobili, del controllo del territorio esercitato dalle Volanti e dell’aggressione ai patrimoni illeciti tramite le sezioni specializzate. Ma soprattutto, ha indicato la necessita’ di guardare avanti, a una criminalita’ che si muove ormai nel mondo del web, colpendo l’identita’ digitale dei cittadini, e richiedendo quindi nuove strategie operative e investigative. Il Ministro Piantedosi ha rafforzato questa prospettiva sottolineando che la DAC rappresenta un unicum nel panorama internazionale e nazionale: “Mette insieme cio’ che avviene nel territorio nazionale, ma anche internazionale, ed e’ legata al Ministero dell’Interno che ha al proprio interno le funzioni nazionali di autorita’ di pubblica sicurezza”. Ha poi ricordato risultati straordinari come la cattura di latitanti e il recupero di ingenti patrimoni, e ha incoraggiato la creazione di una struttura scientifica e tecnologica a supporto del lavoro gia’ eccellente svolto fino ad oggi, ribadendo con forza che “il nostro sistema Antimafia e’ il migliore e ci viene invidiato da tutti”. L’ANFP condivide pienamente questa visione: oggi, il virtuale e’ reale. Le aggressioni digitali – dal furto d’identita’ al phishing, dalle truffe online al deepfake – sono strumenti concreti della criminalita’, capaci di colpire in modo sistemico individui e istituzioni. Per le donne e gli uomini delle Squadre Mobili cio’ significa operare in un contesto ancora piu’ complesso, dove la dimensione digitale si somma a quella fisica nell’analisi dei comportamenti, nella costruzione del quadro probatorio e nell’individuazione dei sospettati. L’Associazione ribadisce il proprio impegno nel sostenere l’evoluzione di modelli organizzativi che, come quello della DAC, sappiano integrare visione strategica, tecnologie avanzate e professionalita’ investigative, mantenendo il primato italiano nella lotta alla criminalita’ e al crimine organizzato, anche nelle sue nuove e insidiose declinazioni digitali.
Funzionari polizia, ‘la Dac e’ un modello vincente’ (ANSA) – ROMA, 07 LUG – L’Associazione nazionale funzionari di polizia esprime “apprezzamento per le parole del capo della Polizia – direttore generale della Pubblica sicurezza, prefetto Vittorio Pisani e del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, pronunciate in occasione del ventennale della Direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato.
Oggi, rileva l’Anfp, “il virtuale e’ reale. Le aggressioni digitali, dal furto d’identita’ al phishing, dalle truffe online al deepfake, sono strumenti concreti della criminalita’, capaci di colpire in modo sistemico individui e istituzioni. Per le donne e gli uomini delle Squadre mobili cio’ significa operare in un contesto ancora piu’ complesso, dove la dimensione digitale si somma a quella fisica nell’analisi dei comportamenti, nella costruzione del quadro probatorio e nell’individuazione dei sospettati”.
L’Associazione ribadisce “il proprio impegno nel sostenere l’evoluzione di modelli organizzativi che, come quello della Dac, sappiano integrare visione strategica, tecnologie avanzate e professionalita’ investigative, mantenendo il primato italiano nella lotta alla criminalita’ e al crimine organizzato, anche nelle sue nuove e insidiose declinazioni digitali”. (ANSA).