666-tribunale2_aula_web2-400x300Roma, 6 luglio 2012 – L’istituzione Polizia, con i suoi comportamenti successivi ai fatti del G8, è andata ben oltre un’assunzione di responsabilità ed ha agito al suo interno, affinché gli errori commessi nel luglio del 2001 non si ripetessero più, con una tenace convinzione che ha trovato la sua massima espressione nella fondazione della scuola di polizia, la cui filosofia è proprio quella di apprendere dai propri errori.
La politica, dai fatti di Genova, non può esimersi di continuare ad investire, senza mai far mancare le risorse per la preparazione delle forze di polizia proprio nell’ordine pubblico, poiché oggi le tensioni sociali effetto della crisi economica non consentono errori nelle piazze italiane.
A Genova fu fatale l’adozione di un approccio ispirato alla militarizzazione della città per gestire l’evento, mediante una impostazione rigida, impreparata a governare una situazione complessa e ricca di diversità.
Noi come gli organizzatori del Social Forum abbiamo la responsabilità di non aver saputo interpretare i fermenti avvelenati che circolavano nell’evento e li si è affrontati da entrambe le parti con una filosofia vecchia ed inadeguata ad una realtà in mutazione, la cui aggressività andava deflazionata, con il dialogo. Ma in ogni caso per mediare tutte le parti devono volerlo.
Sono anni che la Polizia non commette più errori collettivi, sono anni che non ha reazioni che travalichino i limiti imposti dalla legge, fino al punto che qualcuno ci rimprovera di essere afflitti dalla “sindrome del G8”. Vogliamo essere molto espliciti: non è nella missione della Polizia usare violenza nemmeno in risposta alla violenza.
Dalle sentenze non vanno tratti né motivi di soddisfazione né di amarezza, ma solo insegnamenti a non ripetere gli errori e la Polizia di Stato lo sta facendo da tempo.

Ripreso da Adnkronos, Agi, Asca, TMNews

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G8: ASSOCIAZIONE FUNZIONARI POLIZIA,MAI PIU’ RIPETERE ERRORI (ANSA) – ROMA, 6 LUG – ”Dalle sentenze non vanno tratti ne’ motivi di soddisfazione ne’ di amarezza, ma solo insegnamenti a non ripetere gli errori e la Polizia di Stato lo sta facendo da tempo”: e’ quanto si legge in una nota dell’Associazione Nazionale Funzionari di Polizia all’indomani della sentenza della Cassazione sulle violenze alla Diaz. ”L’istituzione Polizia, con i suoi comportamenti successivi ai fatti del G8 – e’ scritto nella nota – e’ andata ben oltre un’assunzione di responsabilita’ ed ha agito al suo interno, affinche’ gli errori commessi nel luglio del 2001 non si ripetessero piu’, con una tenace convinzione che ha trovato la sua massima espressione nella fondazione della scuola di polizia, la cui filosofia e’ proprio quella di apprendere dai propri errori. La politica, dai fatti di Genova, non puo’ esimersi di continuare ad investire, senza mai far mancare le risorse per la preparazione delle forze di polizia proprio nell’ordine pubblico, poiche’ oggi le tensioni sociali effetto della crisi economica non consentono errori nelle piazze italiane”. Sempre secondo l’Associazione Nazionale Funzionari di Polizia, ”a Genova fu fatale l’adozione di un approccio ispirato alla militarizzazione della citta’ per gestire l’evento, mediante una impostazione rigida, impreparata a governare una situazione complessa e ricca di diversita’. Noi come gli organizzatori del Social Forum abbiamo la responsabilita’ di non aver saputo interpretare i fermenti avvelenati che circolavano nell’evento e li si e’ affrontati da entrambe le parti con una filosofia vecchia ed inadeguata ad una realta’ in mutazione, la cui aggressivita’ andava deflazionata, con il dialogo. Ma in ogni caso per mediare tutte le parti devono volerlo”. ”Sono anni – prosegue la nota – che la Polizia non commette piu’ errori collettivi, sono anni che non ha reazioni che travalichino i limiti imposti dalla legge, fino al punto che qualcuno ci rimprovera di essere afflitti dalla ‘sindrome del G8′. Vogliamo essere molto espliciti – conclude l’Associazione Nazionale Funzionari di Polizia -: non e’ nella missione della Polizia usare violenza nemmeno in risposta alla violenza”.