No in strada agenti burocrati-panzoni”, questo lo slogan che il Ministro Brunetta sul corriere.it .

Ansa – “Meno burocrazia e più polizia on the road a contatto diretto con il cittadino, credo che su questo punto non ci sia nessuno che dissenta”. “Certamente – prosegue – non è così facile dire dalla scrivania alla strada, non si può mandare in strada il poliziotto ‘panzone’ che non ha fatto altro che il passacarte, perché lì se li mangiano. Bisogna cambiare il concetto stesso di sicurezza, deve essere fatta da chi la sa fare”.
“Perché – continua – il passaporto bisogna farlo in Questura? Il burocrate faccia il burocrate, i poliziotti con la pistola ed il manganello vadano in giro per le strade, nelle gazzelle, nelle automobili e in elicottero. Questa deve essere la sicurezza.

L’ANFP e il SIAP giudicano infondate e gravi le affermazioni del Ministro Brunetta che offendono gli operatori della Polizia di Stato, esprimendosi per editti populistici di cattivo gusto che poco si addicono ad un Ministro della Repubblica. Il ministro Brunetta dimostra di non conoscere l’organizzazione ed i compiti della Polizia di Stato poiché i colleghi che svolgono servizio ‘dietro le scrivanie’, quelli che lui definisce ‘panzoni’, altro non fanno che proseguire il lavoro effettuato dalle pattuglie in strada, dagli uffici investigativi e tutte le attività amministrative (obbligatorie per legge) connesse al rilascio dei permessi di soggiorno o ai decreti di espulsione, oltre ad esser in gran parte personale ferito in servizio o parzialmente idoneo a causa di patologie contratte in servizio. Consigliamo a Brunetta, – aggiungono i due esponenti sindacali – prima di avventurarsi nel rilasciare dichiarazioni sugli uomini e le donne della Polizia di Stato, di informarsi dai suoi colleghi della Giustizia e dell’Interno, sugli sviluppi delle attività di prevenzione e persecuzione dei reati che la polizia prosegue con le Autorità Giudiziarie ed Amministrative per garantire la sicurezza ai cittadini. La nostra è un attività complessa ed articolata, anche il banale rilascio dei passaporti richiede un accurato accertamento a meno che il Ministro non intenda far espatriare liberamente chi rapisce i figli o è colpito da ordinanza di custodia cautelare in carcere. Per memoria del ministro continuano si ricorda si rammenta che il personale che lui definisce ‘panzone’ quotidianamente lascia la scrivania e viene impiegato nei servizi di ordine pubblico o in scorte a personaggi di varia natura negandogli sia il riposo che il pagamento dello straordinario, e spesso salta pausa pranzo o cena. Le affermazioni sull’antimafia si commentano da sole e dimostrano anch’esse – concludono – che Brunetta non sa di che cosa parla ed i risultati ed i sacrifici, anche in termini di vite umane per il contrasto al crimine organizzato ed alle mafie, lo dimostrano!

Brunetta chiede scusa e la senatrice Bonfrisco continua l’affronto a polizia e sindacati

“Non volevo offendere nessuno, la mia è solo una constatazione scherzosa”. Brunetta chiede scusa “ai bravissimi poliziotti con la pancia, nessuna offesa nei loro confronti- insiste- ho solo fatto una constatazione sul fatto che la burocrazia in polizia ha spesso snaturato la missione principale di questa professione che è quella di stare per strada e assicurare la sicurezza ai cittadini e non in mezzo alle scartoffie”.
La senatrice Bonfrisco però, con indefinibile veleno, accusa i sindacati e loro dirigenti  di  trafugare i fondi delle Forze di Pubblica Sicurezza. Sorprende che la gentile senatrice Bonfrisco si comporti, nei confronti dei sindacati di polizia, come il famoso bue che dava del cornuto all’asino: le forze militari e di polizia hanno un elevatissima produttività, sicuramente più elevata di quella propria di istituzioni pur benemerite quali quella cui lei stessa appartiene.
Per stipendi che sono più di 20 volte inferiori a quelli che la professoressa Bonfrisco oggi percepisce come senatrice, i poliziotti lavorano anche 7 giorni su 7 alla settimana e si espongono a rischi che appaiono per lo più sconosciuti ai nostri parlamentari. Se c’é una categoria da qualificare, allora, pensiamo che si debba primariamente guardare a quella inflazionata dei parlamentari, cosi come
peraltro ampiamente riconosciuto anche dal nostro Presidente del Consiglio. A ciò si deve aggiungere – continua il segretario dell’Anfp – che se il nostro parlamento lavorasse con la lena dovuta probabilmente il governo non sarebbe costretto a ricorrere così spesso a decretazioni d’urgenza, a voti di fiducia ed altri espedienti finalizzati ad aggirare l’indolenza di troppi parlamentari. Quello che sogniamo, in conclusione, è che in Parlamento siedano solo persone alacri e concrete, che invece di sprecare tempo con proposte disgreganti e criminogene pensino davvero al bene dei cittadini, come noi poliziotti facciamo tutti i giorni.

>Roma, 28 maggio 2009

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