127-18letteraALLE RELAZIONI SINDACALI
ALLA DIREZIONE CENTRALE PER GLI AFFARI GENERALI
ALLA DIREZIONE CENTRALE PER LE RISORSE UMANE

Si sente il dovere di segnalare la discriminazione, non sappiamo se volontaria o inconsapevole a danno dei funzionari di polizia, che riguarda la possibilità di ricorrere da parte degli stessi, al sistema dei permessi concessi per i congiunti portatori di handicap previsto dalla legge 104/92, nonché l’applicazione, dell’art. 7 del D.P.R. 254/99 concernente l’assegnazione temporanea per gravissimi motivi di carattere familiare.

Le norme nascono da intenti volti a garantire diritti e dignità e non certo da premesse di carattere demagogico. E tra l’altro va a colmare i vuoti di un sistema sanitario e dell’assistenza che delega ai familiari costi e oneri dell’accudimento e della cura. Ma non si tratta solo di finalità utilitaristiche. Da parte dei familiari e da parte dell’assistito vi è la certezza, senza alcuna retorica, che la presenza e le cure di una persona cara hanno una qualità psicologica ma anche terapeutica straordinaria che nessun supporto mercenario, ancorché efficiente e umano può sostituire.

E per questo siamo costretti a rilevare che si è data forma ad una applicazione restrittiva delle norme in tema di permessi ed assegnazioni temporanee che penalizza proprio i funzionari di polizia rispetto alle altre qualifiche.
Cè da chiedersi, se c’è, quale interpretazione si possa dare di una discriminazione che investe le succitate procedure di concessione oltre che la loro durata per quanto riguarda i funzionari.

Non è plausibile che queste differenze di trattamento possano trarre origine da una supposta superiorità dei funzionari, determinata non si sa se dalla collaudata capacità professionale di affrontare situazioni di crisi o dal livello culturale, nel fronteggiare situazioni personali di carattere emergenziale. E altrettanto sarebbe da respingere una discriminazione di censo: trattamenti economici di poco più elevati consentono è vero un lieve maggiore ricorso a servizi a pagamento. Ma le norme appunto partono da un principio costituzionale di equità anche nel rispetto dei sentimenti delle relazioni affettive e quindi della possibilità per tutti di dedicare cura, presenza e tempo ai propri cari in difficoltà.

In questa delicatissima materia le sofferenze di un funzionario di polizia e dei suoi familiari sono esattamente uguali a quelle di tutti gli altri che hanno qualifiche e ruoli diversi nella nostra Amministrazione.

Nel richiamare dunque al rispetto di questi principi che sono tra i cardini del nostro sistema democratico, chiediamo che vengano ristabiliti e rispettati i necessari criteri di equità, improntati oltre che alla tutela dei diritti al riconoscimento di valori umani tradizionali in alcun modo rinunciabili o disponibili.

Il Segretario Nazionale
Enzo Marco Letizia

lettera per assegnazione temporanea