Come Funzionari di Polizia siamo convinti che sia giusto, espiata la pena, che ciascuno possa correttamente re-inserirsi nella vita lavorativa. Ciò premesso da qui ad offrire spazi pubblici a chi ha dichiarato guerra allo Stato, a chi ha ucciso e fatto uccidere uomini che Lo rappresentavano, a chi ha prodotto nel suo passato orfani, vedove e vuoti incolmabili, crediamo che ce ne passi.
Da sempre crediamo che in un Paese che dichiara di rispettare chi ha sacrificato la propria vita per difenderne la Sua tenuta democratica, certi soggetti non abbiano diritto ad occupare la scena pubblica. Per il rispetto non solo delle vittime e dei loro famigliari ma anche e soprattutto per il rispetto che andrebbe dovuto alle Istituzioni per cui tanti uomini hanno perso la vita proprio per mano di chi ha ancora l’opportunità di poter parlare in pubblico.
Così in una nota il portavoce dell’Associazione Nazionale Funzionari di Polizia, Girolamo Lacquaniti , interviene in relazione alla presentazione del libro “ascoltare e narrare” scritto dall’ex brigatista Renato Curcio

TERRORISMO: FUNZIONARI POLIZIA, ‘SPAZIO A CURCIO OFFESA INGIUSTA A VITTIME E ISTITUZIONI’ =
Roma, 8 ott. – (AdnKronos) – ”Come Funzionari di Polizia siamo convinti che sia giusto, espiata la pena, che ciascuno possa correttamente re-inserirsi nella vita lavorativa. Cio’ premesso da qui ad offrire spazi pubblici a chi ha dichiarato guerra allo Stato, a chi ha ucciso e fatto uccidere uomini che Lo rappresentavano, a chi ha prodotto nel suo passato orfani, vedove e vuoti incolmabili, crediamo che ce ne passi”. Cosi’ in una nota il portavoce dell’Associazione Nazionale Funzionari di Polizia, Girolamo Lacquaniti, interviene in relazione alla presentazione del libro ”Ascoltare e Narrare” scritto dall’ex brigatista Renato Curcio. ”Da sempre crediamo che in un Paese che dichiara di rispettare chi ha sacrificato la propria vita per difenderne la Sua tenuta democratica, certi soggetti non abbiano diritto ad occupare la scena pubblica. Per il rispetto non solo delle vittime e dei loro famigliari ma anche e soprattutto per il rispetto che andrebbe dovuto alle Istituzioni per cui tanti uomini hanno perso la vita proprio per mano di chi ha ancora l’opportunita’ di poter parlare in pubblico”, conclude la nota.