877-opinionAl Ministero dell’Interno
Ufficio per l’Amministrazione Generale
del Dipartimento della Pubblica Sicurezza
Ufficio per le Relazioni Sindacali – ROMA –

e, p.c.
Direzione Centrale per la Polizia Stradale, Ferroviaria,
delle Comunicazioni e per i Reparti Speciali della P.d.S.
Servizio Polizia Ferroviaria – ROMA –

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Preliminarmente riteniamo opportuno evidenziare che, in riferimento alla sede compartimentale, la riorganizzazione in fase di attuazione dovrebbe rappresentare l’occasione (da non perdere!) per la corretta individuazione del “rango” da attribuire ad alcune delle principali sottoarticolazioni dell’Ufficio II, anche al fine di ottimizzare l’impiego e di valorizzare la figura professionale dei Funzionari addetti, che nell’attuale ordinamento si rivela, per verità, piuttosto sfuggente e nebulosa.
Ed invece, almeno per i Compartimenti di tipo A, sarebbe consigliabile prevedere che i Settori Operativi e le Squadre di P.G. assurgano formalmente a “Sezione” in seno all’Ufficio Secondo, da affidare alla direzione di un funzionario del ruolo dei “Commissari”, ossia all’attuale Funzionario addetto. Ciò con il duplice vantaggio di attribuire ben altra veste formale alle strutture in parola, che sarebbero equiparate sotto tutti i profili agli uffici equipollenti in ambito compartimentale, e di restituire ai Funzionari addetti chiamati ad assumerne la Direzione la dignità funzionale e professionale e la chiarezza di inquadramento che riteniamo essi meritino e che servirebbe certamente ad evitare spiacevoli sovrapposizioni e potenziali conflitti.

Una delle principali novità della bozza sulla riorganizzazione dei Compartimenti Polfer è rappresentata dall’inquadramento nell’ambito dell’Ufficio I delle attività di aggiornamento e addestramento professionale. Si tratta indubbiamente di una scelta razionale, che non appare, tuttavia, compatibile con quanto disposto dal D.M. 16 marzo 1989 che inserisce la materia tra i compiti dell’Ufficio II. Ci si chiede, dunque, se la riorganizzazione verrà coerentemente attuata con un provvedimento avente analoga veste formale.

Non convince la riconduzione delle responsabilità concernenti le attività di prevenzione e protezione, di cui al D.lgs. n. 81/08, in capo alla Segreteria. Ad occuparsi di logistica, infatti, è l’Ufficio I ed è quel Funzionario che assai spesso ricopre la carica di R.S.P.P.
Vi sarebbe, in tal modo, una duplicazione di funzioni (con intuibile potenziale pregiudizio anche per il necessario coordinamento degli interventi da attuare) tra chi coadiuva direttamente il Datore di lavoro e chi è chiamato agli adempimenti connessi all’applicazione del D. L.vo 81/08.

Né si concorda sulla scelta di far dipendere l’Ufficio Informatica direttamente dal Dirigente, rivelandosi, invece, quanto mai opportuna la funzione di raccordo esercitata dal Direttore dell’Ufficio I (peraltro in perfetta coerenza con la soluzione organizzativa adottata a livello centrale, dove l’ufficio corrispondente fa riferimento al Direttore della Divisione Prima).

Per quanto riguarda l’organico da assegnare all’Ufficio Servizi c’è da chiarire il significato dell’espressione “esclusi addetti vigilanza caserma”, che si rivela scarsamente comprensibile nell’attuale contesto.

A differenza che per i Compartimenti di tipo A, in quelli di tipo B non è previsto un nucleo scorte. Considerato che anche in tali Uffici si provvede settimanalmente alla programmazione di numerosissimi servizi di scorta ci si chiede a chi debba far riferimento la predetta funzione.

Ed ancora, nei Compartimenti di tipo B è previsto un massimo di 8 operatori per i compiti di Polizia Amministrativa/Informativa, che potrebbero rivelarsi insufficienti a fronte dei numerosi compiti assegnati a tale settore. Sarebbe, dunque, meglio prevedere un organico “secondo disponibilità”.

Per quanto concerne le Sezioni Polfer si rivela eccessiva e ridondante la previsione di un Ufficio scorte in aggiunta all’Ufficio servizi, specie a fronte della mancata previsione di tale Ufficio nei Compartimenti di tipo B (come si è già avuta occasione di evidenziare).
Sia per le Sezioni che per le Sottosezioni ed i Posti manca la previsione degli uffici operativi, con conseguenti dubbi sull’inquadramento e sulla collocazione delle pattuglie esterne.

Ed inoltre, almeno nei casi in cui l’organico è sufficiente, sarebbe opportuno prevedere un nucleo di P.G. (o un Ufficio Trattazione Atti) per la trattazione degli atti che rappresentino diretto sviluppo dei servizi di carattere operativo.

Infine, relativamente alle Sezioni si fa riferimento ad un’estensione delle competenze nei confronti dei Posti (non anche delle Sottosezioni).
Attualmente, l’art. 8 co. 2 del citato D.M. del 1989 stabilisce che le Sezioni possano esercitare compiti di vigilanza sulle attività delle Sottosezioni e dei Posti Polfer, ove incaricate dal Compartimento.

Appare, pertanto, imprescindibile chiarire se la disposizioni determini una sostanziale innovazione in materia e determinarne, conseguentemente, l’esatta estensione.
Opportuno un chiarimento anche in relazione ai “Punti di Appoggio”, di cui sembrano mancare definizione ed inquadramento.

Cogliamo, infine, l’occasione per sottolineare l’assoluta necessità dell’istituzione di un ramo tecnico nell’ambito di questa Specialità e di un serio investimento sulla formazione specialistica degli appartenenti di tutte le qualifiche, iniziative entrambe indispensabili ad una complessiva rimodulazione del ruolo e delle competenze ed all’attribuzione di funzioni definite, anche di carattere preventivo, che consentano alla Polizia Ferroviaria di affermarsi finalmente come “Polizia della sicurezza ferroviaria”.

Roma, 20 luglio 2012

Il Segretario Nazionale
Enzo Marco Letizia

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