“La tragica morte di un tunisino durante un controllo di polizia si sta trasformando, come spesso accade in questo Paese, in una occasione per schierarsi apoditticamente pro o contro qualcuno”
“Abbiamo contezza che il fatto è accaduto alla presenza di numerosi testimoni e che ci sono al vaglio della magistratura le riprese di telecamere presenti nelle vicinanze del luogo dove l’uomo è morto”
“Al momento non è stata riscontrata alcuna condotta non professionale da parte dei due agenti intervenuti per garantire sicurezza a chi ne aveva richiesto l’intervento perché minacciato ed aggredito da persona descritta in forte stato di agitazione psico motoria.”
“Ci risulta anche che nell’immediatezza sia stato richiesto l’intervento del 118, per valutare un intervento sanitario finalizzato a sedare il soggetto”.
“Come associazione Funzionari di Polizia crediamo quindi che tutti gli accertamenti previsti per legge da parte dell’Autorità Giudiziaria debbano potersi svolgere in un clima di rispetto per i magistrati competenti senza che un caso, certamente tragico, si trasformi di un pretesto per scatenare faziosità che non fanno bene a nessuno.”
“La Polizia di Stato italiana vanta, a tutti i livelli, professionalità eccellenti. Proprio per questo non abbiamo alcun timore sul fatto che vengano esperite tutte le necessarie attività per accertare quanto accaduto. Quello che riteniamo invece non accettabile è l’automatico e non documentato accostamento che alcuni soggetti tentano di fare tra forze dell’ordine e ricorso gratuito alla violenza.”
“Questo Paese non ha bisogno di ultras della cronaca ma di trasparenza e fiducia nel lavoro di istituzioni che lavorano per il bene della collettività ed al lavoro della Magistratura la cui autonomia garantisce imparzialità di giudizio. Noi poliziotti siamo sereni, speriamo lo siano anche tutti gli altri, specie se hanno ruoli di responsabilità”
Così Girolamo Lacquaniti, portavoce dell’Associazione Nazionale Funzionari di Polizia commenta la morte di un tunisino di 32 anni avvenuta ad Empoli durante un controllo a richiesta di un cittadino.

Morto durante controllo: Anfp, fiducia in agenti
18/01/2019 18:14:37 (ANSA) – ROMA, 18 GEN – “La tragica morte di un tunisino durante un controllo di polizia si sta trasformando, come spesso accade in questo Paese, in una occasione per schierarsi apoditticamente pro o contro qualcuno. Abbiamo contezza che il fatto e’ accaduto alla presenza di numerosi testimoni e che ci sono al vaglio della magistratura le riprese di telecamere presenti nelle vicinanze del luogo dove l’uomo e’ morto. Al momento non e’ stata riscontrata alcuna condotta non professionale da parte dei due agenti intervenuti per garantire sicurezza a chi ne aveva richiesto l’intervento perche’ minacciato ed aggredito da persona descritta in forte stato di agitazione psico motoria”. Cosi’ Girolamo Lacquaniti, portavoce dell’Associazione Nazionale Funzionari di Polizia, commenta la morte di un tunisino di 32 anni avvenuta ad Empoli durante un controllo a richiesta di un cittadino.
“Ci risulta anche – spiega Lacquaniti – che nell’immediatezza sia stato richiesto l’intervento del 118, per valutare un intervento sanitario finalizzato a sedare il soggetto. Come associazione Funzionari di Polizia crediamo quindi che tutti gli accertamenti previsti per legge da parte dell’Autorita’ Giudiziaria debbano potersi svolgere in un clima di rispetto per i magistrati competenti senza che un caso, certamente tragico, si trasformi di un pretesto per scatenare faziosita’ che non fanno bene a nessuno”. (SEGUE)

Morto durante controllo: Anfp, fiducia in agenti (2)
(ANSA) – ROMA, 18 GEN – “La Polizia di Stato italiana – ricorda il portavoce dell’Anfp – vanta, a tutti i livelli, professionalita’ eccellenti. Proprio per questo non abbiamo alcun timore sul fatto che vengano esperite tutte le necessarie attivita’ per accertare quanto accaduto. Quello che riteniamo invece non accettabile e’ l’automatico e non documentato accostamento che alcuni soggetti tentano di fare tra forze dell’ordine e ricorso gratuito alla violenza”.
“Questo Paese – conclude – non ha bisogno di ultras della cronaca ma di trasparenza e fiducia nel lavoro di istituzioni che lavorano per il bene della collettivita’ ed al lavoro della Magistratura la cui autonomia garantisce imparzialita’ di giudizio. Noi poliziotti siamo sereni, speriamo lo siano anche tutti gli altri, specie se hanno ruoli di responsabilita’”.
(ANSA).