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Signor Capo della Polizia,

in questi anni i Funzionari di Polizia stanno scontando quelle politiche sbagliate di assunzione, prive di un progetto, e che hanno caratterizzato la fine degli anni 80 e gli anni 90, in cui per un lungo periodo sono stati assunti circa trecento Funzionari all’anno. Tanto da rendere oggi impossibili da gestire in modo adeguato le prospettive e le aspirazioni di progressione in carriera.
È giunto il momento che si manifesti un chiaro impegno da parte del vertice del dipartimento tagliando questo nodo gordiano attraverso il riordino della carriera, come già avvenuto per prefettizi e diplomatici.
Il mancato riconoscimento della carriera unitaria e dirigenziale produce una serie di effetti deteriori a catena: da un lato, infatti, introduce un’inaccettabile disallineamento rispetto alle altre categorie del pubblico impiego, che hanno già da tempo beneficiato della dirigenzializzazione (disallineamento ancor più grave rispetto ai funzionari prefettizi ed a quelli del ruolo civile); dall’altro determina un ingiustificabile e opportunistico appiattimento dei funzionari del ruolo direttivo, rispetto al personale degli altri ruoli della Polizia di Stato. Ed infine alimenta la perpetuazione di criteri assolutamente arbitrari e privi di qualsiasi reale aggancio ad elementi di valutazione oggettivi e idonei a valorizzare l’applicazione di principi di meritocrazia e parità di trattamento nella progressione in carriera, finalizzata all’accesso alla dirigenza.
La storia della Polizia in tema di riordino è stata sempre attenta ad assecondare le esigenze degli altri ruoli del personale, ma la questione dei funzionari oggi è un’emergenza. Si cominci, perciò, da essi su cui ricade la maggior pressione della crisi sulla sicurezza del Paese, e che al contempo sono il fanalino di coda nel giusto riconoscimento del lavoro e delle funzioni svolte.
Con sapienza si può avviare la nostra riforma a costo zero, consolidando parte della carenza di oltre mille direttivi, mediante una riduzione organica i cui risparmi strutturali possono essere destinati ad un riordino che attendiamo da oltre un decennio, aumentando da subito i posti funzione, come primo passo di un lungimirante progetto.

Roma, 4 luglio 2013

Enzo Marco Letizia

LETTERA AL CAPO