34-imagescaj61sv8Signor Presidente,

nel porgerLe i più fervidi auguri di buon lavoro, vogliamo esprimerLe la nostra gratitudine di cittadini e di operatori della sicurezza.

La ringraziamo per il Suo spirito di servizio e la Sua abnegazione, che l’hanno spinta ad accettare la richiesta di aiuto, ha interpretato le preoccupazioni dell’intero Paese e il malessere sociale di un popolo che sta attraversando una crisi epocale, aggravata dall’instabilità politica e dall’incognita del futuro.

Le esprimiamo la nostra riconoscenza per il fermo monito che ha rivolto al Parlamento, un’esortazione severa e necessaria, ed un fermo richiamo alla responsabilità e ai principi stessi della democrazia. Ma anche un incoraggiamento all’unità di intenti e di azioni, indispensabile per risollevare il Paese in una delle fasi più cupe e difficili della sua storia, pena la consegna a inquietanti scenari di incertezza e disordine.

Il Suo biasimo, espresso con tanta partecipazione civile e personale, nei confronti dell’impoverimento di quei fattori morali che dovrebbero ispirare l’esercizio della politica, la Sua condanna per i troppi “nulla di fatto”, la sua riprovazione per l’immobilismo e l’inazione colpevoli che in anni, malgrado il Suo pungolo tenace, non hanno fatto mettere mano alle necessarie riforme istituzionali, il suo rimprovero per il ripetersi di casi di corruzione che hanno minato la credibilità delle istituzioni rappresentative, hanno interpretato e dato voce, la più autorevole ed appassionata, al sentire popolare, all’opinione pubblica e ai bisogni di tutti noi, suscitando una fiducia e un senso di appartenenza a quella casa comune che si chiama Italia e che solo nell’unità, nella coesione e nella responsabilità può trovare la forza per avviare la ripresa.

Nelle Sue parole e nella Sua commozione, noi tutti abbiamo sentito riecheggiare l’amarezza dei ceti più vulnerabili, tentati dall’antipolitica e delusi dall’indifferenza di un ceto che percepiscono lontano, la rabbia dei giovani, che si sentono espropriati del futuro, il dolore dei pensionati impoveriti, la disperazione dei disoccupati, dei precari, di chi ha perso con il lavoro, la dignità e la speranza. Ma abbiamo sentito risuonare nelle Sue parole e nella Sua emozione di incrollabile custode e garante dei valori democratici e di cittadinanza, anche la voce dei nostri padri, di chi ha sacrificato la vita per liberare l’Italia dall’occupazione e dalla tirannia e per darci un futuro di pace e benessere, il coraggio civile di chi ha attraversato gli anni della ricostruzione, quelli dello sviluppo, quelli della minaccia terroristica, e che ancora, con tenacia, si è messo al servizio, restituendoci fiducia e ridando forza a quel patto che vincola i cittadini allo Stato.

La Sua denuncia della “lunga serie di omissioni e di guasti, di chiusure e di irresponsabilità” l’abbiamo intesa come una difesa dei cittadini, come un richiamo forte e deciso nella direzione delle riforme promesse, della crescita necessaria, della equità irrinunciabile, che ha dato energia positiva a un Paese smarrito.

Enzo Marco Letizia

RINGRAZIAMENTO PER LETTERA

LETTERA A NAPOLITANO