191-donnaCare colleghe e cari colleghi,
il 4 marzo u.s. sono stata invitata ad intervenire ad una tavola rotonda organizzata a Pistoia, anche in vista dell’imminente Festa della donna, dalla Commissione Pari Opportunità dell’Associazione Nazionale Magistrati.
E’ stata l’occasione per mettere a confronto esperienze professionali assai diverse, maturate nel settore pubblico ed in quello privato, realtà che – personalmente – ritengo assolutamente non assimilabili, benché alcuni degli istituti cui si è fatto riferimento (in particolare, ad esempio, il flex time) possano fornire utili spunti di riflessione sull’organizzazione della giornata lavorativa in modo maggiormente compatibile con la presenza di figli ancora in tenera età, la cui cura richiede un tempo che è sicuramente extra-lavorativo, ma non è affatto tempo libero.
Con tale consapevolezza, a prescindere dalle suggestioni che giungono da contesti lavorativi ed ordinamentali diversi da quello a cui apparteniamo, non può in alcun modo essere disconosciuta la funzione sociale della maternità né il fatto che la reale affermazione delle Pari Opportunità nell’Amministrazione cui apparteniamo e, più in generale, nell’ambito del pubblico impiego, rappresenta, innanzi tutto, un principio di giustizia sostanziale e di civiltà giuridica, che deve prescindere da valutazioni di carattere aziendalistico, produttivistico e, in senso lato, imprenditoriale.
Che, poi, la presenza femminile si riveli un’indispensabile risorsa, la cui opportuna e corretta valorizzazione si ripercuote positivamente sul complessivo rendimento dell’organizzazione in cui essa è inserita, resta di certo un fatto, ma, non posso fare a meno di sottolineare che, altrettanto certamente, questa è tutta un’altra storia.
Le peculiarità del nostro unico e bellissimo lavoro ci impongono spesso grossi sacrifici e, d’altra parte, l’“ordinamento speciale” dell’Amministrazione della P.S. ha a volte precluso l’applicazione di istituti, per contro, riconosciuti in favore degli altri appartenenti alla P.A. (si pensi, ad esempio, all’assegnazione temporanea ex art. 42 bis del d.lgs. n. 151/2001).
La strada, quindi, è ancora lunga e difficile, anche perché, al di là delle pur necessarie modifiche sotto il profilo normativo, il problema principale resta sempre di carattere essenzialmente sociale e culturale.
Servono dignità, determinazione, forza, competenza e, soprattutto, unione, nella consapevolezza che il conseguimento di determinati obiettivi non è mai solo il problema di un singolo.
Non amo il sessismo all’incontrario e per questo non credo serva a nessuno sostenere che le donne sono più brave, più preparate, più precise degli uomini.
Le donne sono semplicemente donne e, in quanto tali, sono diverse dagli uomini. Il “più” non è mai un assunto e va comunque dimostrato con l’impegno quotidiano, anche al fine di sconfiggere i pregiudizi che ancora oggi, ingiustificabilmente, ostacolano il raggiungimento di particolari funzioni ed incarichi, rimasti, in sostanza, appannaggio dell’universo maschile.
Un augurio affettuoso a tutte le donne.

Il Vice Segretario Nazionale vicario
Lorena LA SPINA