388-slotRoma, 18 giugno 2010 – Questa manovra è iniqua e colpisce a caso sulle retribuzioni degli agenti e dei funzionari di polizia, oltre a tagliare ulteriormente le risorse economiche sulla missione dello Stato in tema di ordine e sicurezza pubblica. Ed è contradditoria quando nel mettere enfasi sul primato alla sicurezza, chiude gli occhi sulla inquietante tendenza in crescita del gioco d’azzardo.
E’ un Governo che fa finta di non vedere che al diminuire del PIL aumenta la spesa degli italiani nel gioco pubblico d’azzardo pur sapendo che la percentuale di entrata per l’erario si è abbattuta della metà dal 2004 ad oggi.
Infatti, gli italiani nel 2004 hanno giocato circa 25 miliardi di euro e lo Stato ha incassato 7,3 miliardi di euro pari a circa il 30% della spesa del gioco dell’azzardo degli italiani.
Nel 2009, gli italiani si giocano circa 55 miliardi di euro e lo Stato ne incassa appena 8,8 miliardi di euro pari al 16% del giocato.
Nelle slot machines nel 2009 vengono inseriti 25,5 miliardi di euro e all’erario ne vanno appena 3,1 miliardi di euro, eppure è noto che il fenomeno delle slot truccate è esteso e molto redditizio. Perciò, ci saremmo aspettati che in questo decreto legge, che si propone di combattere gli evasori, si passasse da una sanzione amministrativa di appena 1000 euro, che vanifica ogni azione di controllo sulle slot truccate, ad una sanzione penale accompagnata dal blocco di tutte le attività commerciali del titolare infedele per un tempo non inferiore ad almeno tre mesi.
Solo così, si potrebbe combattere il fenomeno delle macchinette truccate, e, lo Stato avrebbe recuperato certamente qualche miliardo di euro nel gioco d’azzardo senza tagliare fondi al settore della sicurezza che paradossalmente è chiamato a contrastare l’indotto delinquenziale collegato al gioco d’azzardo che va dalle rapine agli esercenti ed ai clienti fino all’usura in cui cade il giocatore accanito.
Sarebbe davvero troppo sperare che anche in Italia, come in Francia, le slot machines venissero abolite per rimettere in circolo nel tessuto produttivo almeno 30 miliardi di euro.

Ripreso da Agi, Apcom, Adnkronos