243-4scontriRoma, 30 dicembre 2010 – La polizia l’altro ieri nel porto di Civitavecchia ha agito correttamente nel bloccare i pastori sardi, è insostenibile la tesi che 200 persone siano solo una delegazione, qualsiasi uomo dotato di buon senso capisce che esso era un gruppo di manifestanti. In Questura a Roma nei giorni precedenti non è arrivato alcun avviso, va ricordato che esso è un istituto previsto dalla legge per consentire all’autorità di Pubblica Sicurezza di valutare se da una manifestazione possono scaturire turbative all’ordine pubblico che è quell’insieme di condizioni che devono essere rispettate da tutti per la normale e tranquilla convivenza affinché tutti possano esercitare liberamente i propri diritti. L’avviso permette all’autorità di Pubblica Sicurezza di dialogare con gli organizzatori e di concordare con essi quelle prescrizioni necessarie che garantiscono sia la libertà di manifestare sia il regolare svolgimento della vita cittadina, come ad esempio l’individuazione dei percorsi la deviazione del traffico e l’organizzazione dei relativi servizi a garanzia per i manifestanti e per chi non è interessato a manifestare. La polizia l’altro ieri è stata costretta ad agire all’improvviso sulla base degli elementi disponibili, tra cui la minaccia di blocchi stradali sul raccordo anulare, nonché sull’esito delle precedenti manifestazioni effettuate dai pastori sardi. Tutti hanno ancora negli occhi la guerriglia mandata in scena il 19 ottobre scorso a Cagliari.

Comunicato stampa ripreso da: Apcom, Agi, Asca