365-repIn tempi non sospetti questa Associazione aveva denunciato al vice capo della polizia incaricato di seguire i lavori sulla bozza del nuovo A.N.Q., i rischi connessi alla riduzione della flessibilità nella predisposizione dei servizi di polizia
Il nuovo Accordo Nazionale Quadro, come è stato più volte rimarcato, si limita a tratteggiare in termini embrionali il principio della flessibilità dell’impiego delle risorse umane disponibili, con intuibili conseguenze sulla capacità di affrontare serenamente la mutevole e complessa realtà del controllo del territorio, dell’ordine pubblico e delle investigazioni.
Oggi, a quasi un anno dalla firma dell’A.N.Q., non v’è chi non veda come si continui a lasciare alla fantasia ed ai compromessi locali l’aggiustamento di regole ingarbugliate, lasciando i funzionari ed i dirigenti onesti ostaggio di veti incrociati.
Regole che sembrano non riconoscere sia la specificità esterna del servizio di polizia rispetto al resto dell’impiego pubblico e di quello privato, sia la specificità interna tra i vari uffici o reparti.
E’ il caso dei Reparti Mobili, per i quali il nuovo Accordo Nazionale Quadro prevede l’applicazione delle stesse tipologie di orario di lavoro valide per gli ordinari servizi continuativi e non, eccetto pochissimi scostamenti. Si assiste così, giornalmente, ad un pedissequo e defatigante balletto tra il Ministero che assegna, per il giorno dopo, i contingenti dei Reparti agli uffici territoriali, le Questure che chiedono ai Reparti di poter utilizzare i contingenti in base alle esigenze del servizio ed i Reparti stessi che devono farsi in quattro per cercare soluzioni idonee a far rientrare l’utilizzo del personale in fasce orarie compatibili con quelle previste dall’A.N.Q.
L’onere maggiore di questa situazione è sopportato, come al solito, dai funzionari, i quali, devono riuscire a far quadrare il cerchio tra gli aridi schemi previsti dall’Accordo, le esigenze di servizio e la tutela del benessere e delle condizioni psicofisiche del personale.
E se per qualche strano motivo a qualcuno non piacciono le soluzioni adottate, ecco spuntare comunicati vari in cui non si lesinano, per il funzionario, reo di non aver soddisfatto certi interessi contingenti, offese e attacchi del tutto gratuiti.
E’ ciò che è accaduto al Reparto Mobile di Padova, dove l’impegno giornaliero dei colleghi per il buon andamento del servizio è stato artatamente messo in discussione, e quel che è strano, proprio alla vigilia di un importante incontro con i sindacati per discutere di orari da applicare per i servizi del Reparto.
I funzionari della Polizia di Stato non sono merce di scambio !
Certe regole contenute nell’Accordo quadro sembrano ignorare la realtà operativa, e ciononostante l’ impegno dei funzionari per il loro rispetto è continuo, con una ancor più marcata sovraesposizione degli stessi . Spesso, infatti, per poter sopperire alle esigenze di servizio si è costretti a dribblare qualche paletto posto da un Accordo rigido la cui inosservanza costituisce violazione contrattuale, aspetto questo di non poca importanza, che la contrattazione decentrata, come nel caso della Questura di Roma, pone ulteriormente in evidenza, rendendo i dirigenti degli uffici ancora una volta dei facili bersagli.
E se sorgono problemi, si sa che, in questi casi, paga sempre il più debole.
Tra l’altro, questo Accordo dovrebbe trovare applicazione per tutti i funzionari normativamente contrattualizzati, ma di fatto molte sue norme sono inapplicabili.
Facciamo un esempio. Quanti Uffici operativi rispettano per i funzionari contrattualizzati il limite dei cambi turno settimanali, previsti dall’A.N.Q.? Quante denunce per violazione contrattuale dovrebbero essere inoltrate?
Si evidenzia così quell’ ipocrisia dell’attuale sistema contrattuale che vede i funzionari preposti agli uffici di polizia allo stesso tempo rappresentanti, di diritto o di fatto, dell’amministrazione e destinatari di regole che restano, proprio nei loro confronti, inapplicate.
In tale contesto paradossale, lasciare alla fantasia ed ai compromessi locali l’aggiustamento di fatto di regole farraginose e/o inattuabili, secondo la logica della simulazione non giova alla reale governabilità del Corpo e lascia scoperti proprio coloro che, sul territorio devono onestamente assumere le responsabilità di gestione del lavoro nella Polizia di Stato, gestione già indiscutibilmente complessa a causa del fatto che la nostra Dirigenza, a differenza delle altre Forze di Polizia, deve gestire personale civile e personale dei ruoli della Polizia di Stato secondo regole non omogenee.
La crisi finanziaria, i recenti tagli indiscriminati al trattamento economico, che maggiormente penalizzano i funzionari (dirigenti e direttivi) della Polizia di Stato, la persistente assenza di una valida disciplina del percorso di carriera che preluda alla riforma della stessa e tante altre non meno importanti ragioni, acuiscono il malumore che da molto tempo serpeggia tra coloro che costituiscono le colonne su cui poggia l’amministrazione e rischia di far precipitare l’intera categoria in una crisi motivazionale senza precedenti.
Pertanto, questa Associazione intraprenderà ogni utile iniziativa a tutela dei dirigenti e direttivi della Polizia di Stato che, sul territorio, anche a causa di un Accordo sottoscritto dall’amministrazione senza ascoltare adeguatamente la voce dei suoi funzionari, operano inchiodati dalle responsabilità e lasciati al loro destino senza alcuna “rete di protezione”.

La lettera inviata all’Ufficio Relazioni Sindacali

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