190-2unitaitaliaIl 17 marzo è festa per i 150 dell’unità nazionale ma la disciplina emanata dal governo ha chiaramente risentito di tutte le polemiche che hanno preceduto la sua doverosa istituzione.
Infatti, il personale della polizia di stato, al pari degli altri lavoratori, non potrà disporre in piena libertà delle 4 giornate di riposo compensativo relative alle festività soppresse, poiché una di esse dovrà essere utilizzata obbligatoriamente il 17 marzo.
L’effetto di questa previsione, non nascondiamoci dietro ipocrisie, è quella di aver aperto un’occasione di divisione sui luoghi di lavoro alla vigilia di una ricorrenza così importante.
Indigna che le evidenti divergenze interne alla maggioranza sulle celebrazioni dell’unità di Italia fanno ricadere i costi del 17 marzo sui dipendenti.
Quella che dovrebbe essere una festa condivisa si trasforma in una diffusa occasione di polemica.

Roma, 11 marzo 2011

Ripreso da Agi
, Ansa

ITALIA 150: FUNZIONARI PS, POLEMICHE ROVINANO FESTA 17 MARZO (AGI) – Roma, 11 mar. – “Il 17 marzo e’ festa per i 150 anni dell’unita’ nazionale ma la disciplina emanata dal governo ha chiaramente risentito di tutte le polemiche che hanno preceduto la sua doverosa istituzione”. Enzo Marco Letizia, segretario nazionale dell’Associazione nazionale dei funzionari di polizia, da’ voce al malcontento degli iscritti per la circolare emessa il 9 marzo 2011 della Direzione Risorse Umane del Dipartimento di Pubblica sicurezza. “Il personale della Polizia di stato – spiega Letizia – al pari degli altri lavoratori, non potra’ disporre in piena liberta’ delle 4 giornate di riposo compensativo relative alle festivita’ soppresse, poiche’ una di esse dovra’ essere utilizzata obbligatoriamente il 17 marzo. L’effetto di questa previsione, non nascondiamoci dietro ipocrisie, e’ quella di aver aperto un’occasione di divisione sui luoghi di lavoro alla vigilia di una ricorrenza cosi’ importante. Indigna che le evidenti divergenze interne alla maggioranza sulle celebrazioni dell’unita’ di Italia fanno ricadere i costi del 17 marzo sui dipendenti. Quella che dovrebbe essere una festa condivisa si trasforma in una diffusa occasione di polemica”
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