Al Signor Capo della Polizia
Direttore Generale della Pubblica Sicurezza
Pref. Franco Gabrielli

Oggetto: valorizzare la componente tecnica della Polizia di Stato.

Signor Capo della Polizia,
i funzionari tecnici della Polizia di Stato costituiscono una risorsa preziosa che, fino ad oggi, è stata scarsamente valorizzata e curata dall’Amministrazione, e che, in molti casi, ha subito, in mancanza di una riconosciuta identità, ingiuste penalizzazioni, che hanno gravato notevolmente sull’efficienza, efficacia e soprattutto sull’economicità dei servizi della nostra Istituzione.
L’accentuata valenza che le questioni di natura tecnica hanno assunto, non solo nelle attività di prevenzione e repressione dei reati, ma soprattutto nell’organizzazione generale della Polizia di Stato e del suo personale, ci induce a ritenere che, dopo molti anni di incuria e disinteresse, sia giunto il tempo di iniziare a fissare alcuni obiettivi programmatici sui quali misurare la volontà dell’Amministrazione nel perseguire un reale rinnovamento per questa penalizzata categoria di pubblici dipendenti.
Lo sforzo di razionalizzazione delle articolazioni non può non collegarsi con uno analogo sulle dinamiche conseguenti alla progressione dei funzionari verso le qualifiche più elevate della carriera tecnica. Infatti, al raggiungimento delle qualifiche superiori, allo stato, la specializzazione tecnica del funzionario non è più considerata vincolante dall’Amministrazione, con l’assurda conseguenza che chi per anni ha svolto peculiari attività tecniche si ritrova preposto in uffici che nulla hanno a che fare con le proprie esperienze e competenze.
Si dice che, a certi livelli, si debba dimostrare di essere dei manager più che dei semplici tecnici, senza rendersi conto del danno che tale assurda politica del personale arreca all’Amministrazione. In nessuna autorevole organizzazione scientifica si verifica, infatti, che le più alte responsabilità di direzione di uffici tecnici siano affidate a dirigenti che, pur validissimi nel loro campo, possano essere del tutto digiuni di certe peculiari materie. L’assoluta mancanza di specifiche condizioni “tecnico-scientifiche” muta, in tal modo, il dirigente in un semplice burocrate amministratore con ridotte capacità di individuare soluzioni operative innovative, efficaci e ed efficienti, necessariamente arroccato sull’esistente perché privo della necessaria conoscenza tecnico scientifica.
Si ritiene necessario, allora, stabilire dei percorsi di carriera e dei principi per la preposizione agli uffici tecnici atti a garantire il miglior investimento delle preziose conoscenze tecniche maturate con anni di esperienza e, con esso, l’affinamento razionale dei processi decisionali.
Ancora con riferimento alla carriera riteniamo che vada eliminata la condizione che per essere promossi alla qualifica di Primo Dirigente Tecnico sia necessario avere almeno diciassette anni di servizio nel ruolo.
Inoltre è indispensabile “progettare” ex novo la formazione permanente dei funzionari tecnici, oggi assai inadeguata. Siamo convinti che l’approccio formativo e di aggiornamento dovrebbe essere ancora più frequente e tecnicamente orientato, in quanto il processo di naturale obsolescenza dei saperi è ancora più accelerato e rapido rispetto a quello degli altri ruoli della Polizia di Stato.
A tal fine oltre ai corsi, che chiediamo siano realizzati dalla Scuola Superiore di Polizia, è necessario che il Dipartimento della Pubblica Sicurezza concluda mirate convenzioni con Università e altri istituti di alta formazione per consentire, oltre alla frequenza di master di primo e secondo livello e a convegni, la partecipazione ad altre riconosciute iniziative di formazione e studio di carattere prettamente tecnico e scientifico.
Per di più, risulta incomprensibile l’ostinazione con la quale l’Amministrazione finora ha respinto la richiesta di modificare le denominazioni dei funzionari tecnici in Vice Questore Aggiunto Tecnico e Vice Questore Tecnico. Si tratta di una questione che potrebbe essere ben superata, senza alcuna spesa, e servirebbe sia a rafforzare il sentimento di identificazione dei funzionari tecnici sia a chiarirne definitivamente la posizione gerarchica, si rinsalderebbe così la coesione interna tra chi, per la Polizia di Stato, è chiamato a prestare servizi di diversa natura ma di medesimo impegno ed importanza.
In questo quadro, dal punto di vista organizzativo, è necessario che venga creato un secondo “posto funzione” da Dirigente Generale Tecnico da dedicare al coordinamento tecnico scientifico e con funzioni di interfaccia con le complesse articolazioni delle Direzioni Centrali del Dipartimento ove il personale tecnico è impiegato.
E per gli stessi motivi riteniamo non coerente con il valore strategico della componente tecnica della Polizia di Stato, la soppressione del Servizio per il personale tecnico scientifico nell’ambito della Direzione Centrale per le Risorse Umane, come riportato nella relazione illustrativa dello Schema di Decreto concernente il numero e le competenze degli uffici, dei servizi, in cui si articola il Dipartimento della Pubblica Sicurezza.
Roma, 17 maggio 2019

Enzo Marco Letizia

 

LETTERA 17 MAGGIO 2019