Tortura: Senato approva ddl con 195 sì e 8 no e 34 gli astenuti. Ora torna alla Camera

(ANSA) – ROMA, 17 MAG – Il disegno di legge che punta ad introdurre il reato di tortura nell’ordinamento italiano riceve il via libera dal Senato con 195 sì, 8 no e 34 astenuti. Il provvedimento, che era già stato approvato dal Senato una prima volta il 5 marzo del 2014, poi dalla Camera il 9 aprile del 2015, torna ora a Montecitorio perché nuovamente modificato.

LE DICHIARAZIONI DI VOTO

Tortura: Orlando, ok Senato è passo decisivo, Camera approvi in tempi rapidi
(ANSA) – ROMA, 17 MAG – “Oggi è stato compiuto un passo decisivo per l’introduzione del delitto di Tortura nel nostro ordinamento. Il voto a larghissima maggioranza del Senato, con soli 8 contrari e 34 astenuti, ci consente finalmente di sbloccare una fase di stallo che è durata troppo”. Lo afferma, in una nota, il ministro della Giustizia Andrea Orlando. “Il testo, frutto delle necessarie mediazioni parlamentari, ci avvicina all’obiettivo di introdurre nel nostro ordinamento una nuova figura di reato, su cui anche molti organismi internazionali sollecitano da tempo il nostro Paese-nota il Guardasigilli- Ora l’auspicio è che la Camera approvi in tempi rapidi e in via definitiva la legge, colmando cosi un vuoto normativo molto grave”.

Tortura: Lumia, vinte resistenze, ok ampio grande risultato
(ANSA) – ROMA, 17 MAG – “Il Senato ha approvato la legge sul reato di tortura. Sono state vinte resistenze e perplessità e si è riusciti a trovare una larghissima intesa come raramente avviene in aula, su un terreno delicato e che aveva diviso profondamente i gruppi parlamentari”. Lo dichiara il senatore Gisueppe Lumia, capogruppo Pd in commissione Giustizia. “La tortura – spiega – viene disciplinata con un occhio a quello che ripetutamente avviene nel nostro Paese dove spesso si consuma questo reato da parte anche di chi tiene in custodia bambini, disabili e persone anziane. Stesso ragionamento vale per le mafie che spesso ricorrono alla tortura”. “Vengono poi previste delle aggravanti – conclude Lumia – quando a consumare il reato sono dei pubblici ufficiali. La legge è stata attenta a non bloccare o delegittimare la difficile attività delle Forze dell’Ordine, ma nello stesso tempo è stata chiara e netta la volontà di escludere qualunque comportamento che ricorra alla tortura. Adesso mi auguro che l’ultima lettura alla Camera sia quella definitiva”.

Tortura: Cirinnà, traguardo importante, ora subito ok Camera
(ANSA) – ROMA, 17 MAG – “Abbiamo raggiunto un traguardo importante: quello di veder riconosciuto anche in Italia il reato di tortura. E’ un passo di civiltà giuridica a tutela dei cittadini”. Lo dichiara la senatrice del Pd Monica Cirinnà. “Molti – aggiunge – sono i casi in cui questo reato può essere posto in atto, è avvenuto contro anziani, bambini, portatori di handicap, ma anche contro soggetti, per esempio, sequestrati o assoggettati dalle organizzazioni criminali e mafiose. Particolare attenzione è stata poi posta al fine di non ostacolare l’attività delle forze dell’ordine, ma allo stesso tempo si è voluto fare chiarezza affinché non vi possano essere comportamenti che prevarichino la legge. Mi auguro che la Camera giunga al voto definitivo in tempi brevi perché il Paese non può attendere oltre”.

Tortura: Mdp, introdurre reato è necessità
(ANSA) – ROMA, 17 MAG – “Voteremo questo testo perché l’Italia deve introdurre il delitto di tortura, colmando un vuoto che dura da troppi anni”. Lo dichiarano in una nota la capogruppo di Articolo1 – Movimento Democratico e progressista Maria Cecilia Guerra e la Senatrice Doris Lo Moro. “Conosciamo i limiti del testo, che è frutto di una mediazione che si è resa necessaria e per questo contiene molte ambiguità nella definizione del reato – spiegano – Non avremmo voluto la tortura come reato comune e manca una norma specifica sulla prescrizione e il divieto di amnistia e indulto. Ciononostante, anche con questo testo, i responsabili delle torture nella caserma di Bolzaneto e alla Diaz sarebbero stati puniti”. “Nel votare favorevolmente al testo esprimiamo due volte fiducia: nelle forze dell’ordine, che servono quotidianamente il nostro Paese, e nella magistratura, che saprà ben interpretare la norma, come atto inumano e degradante per la dignità della persona”, concludono le Senatrici di Articolo 1.

Tortura: Gasparri, temo uso strumentale contro forze polizia
(ANSA) – ROMA, 17 MAG – “Nonostante il provvedimento sia stato modificato e i relatori abbiano accolto le giuste riflessioni di Forza Italia, ho deciso di astenermi dal votare questa norma perché temo l’uso strumentale che se ne potrebbe fare in futuro”. Lo dichiara il senatore Maurizio Gasparri (FI). “Sono stati introdotti dei filtri – aggiunge – che possono impedire decisioni affrettate, ma ho sentito troppi giudizi sbagliati sulle forze di polizia perché alcuni diffidano di loro. Io, invece, diffido dei diffidenti. Timeo danaos et dona ferentes! Non mi fido del contesto applicativo, quando invece il garantismo deve valere anche nei confronti delle forze di polizia. Non mi fido della cornice e temo coloro che un domani applicheranno queste norme nei confronti di quelli che, con una divisa, si battono per la sicurezza, non per compiere abusi o torture. Troppi togati sono pronti a saltare addosso alle forze di polizia. Non sarò in alcun modo loro complice”.

Tortura: Giovanardi, Idea si è astenuta su voto ddl
(ANSA) – ROMA, 17 MAG – “I senatori di Idea non hanno votato il testo sulla tortura che tornerà in quarta lettura alla Camera dei Deputati”. Così il senatore Carlo Giovanardi che spiega: “pur riconoscendo la correzione di inaccettabili forzature della Camera tese a paralizzare con pregiudiziali ideologiche l’attività delle forze dell’ordine, il testo votato contiene ancora inaccettabili ambiguità che ci hanno portato ad un voto di astensione”. “Continueremo a respingere con forza – prosegue Giovanardi – l’accostamento che si continua a fare fra tragiche vicende di tortura vera come quello di cui è risultato vittima Giulio Regeni in Egitto e i nove italiani e trucidati a Dacca con una situazione italiana nella quale comportamenti illeciti sono già puniti dal codice penale con reati come lesioni e percosse, semplici o aggravate che non possono essere però confuse con la tortura, così come viene purtroppo praticata in tanti paesi del mondo”.

Tortura: Manconi, mi sono astenuto perché è un brutto testo
(ANSA) – ROMA, 17 MAG – “Non ho partecipato al voto sull’introduzione del delitto di tortura nel nostro ordinamento perché lo considero un brutto testo. E la scelta di non votarlo è per me particolarmente gravosa visto che il Ddl che originariamente portava il mio nome, depositato esattamente il primo giorno della presente legislatura, non rimane praticamente nulla”. Così il senatore del Partito democratico Luigi Manconi, presidente della Commissione Diritti Umani a Palazzo Madama. “Innanzitutto – spiega Manconi – perché il reato di tortura viene definito comune e non proprio, come vogliono invece tutte le convenzioni internazionali dal momento che si tratta di una fattispecie propria dei pubblici ufficiali o degli incaricati di pubblico servizio. Derivante, quindi, dall’abuso di potere di chi tiene sotto la propria custodia un cittadino. Inoltre, nell’articolato precedente, si pretendeva che le violenze o le minacce gravi fossero “reiterate”. Questa formula è stata sostituita nel testo attuale da “più condotte”. Dunque il singolo atto di violenza brutale (si pensi a una sola pratica di water boarding) potrebbe non essere punito. Ancora, la norma prevede perché vi sia tortura un verificabile trauma psichico. Ma i processi per tortura avvengono per loro natura anche a dieci anni dai fatti commessi. Come si fa a verificare dieci anni dopo un trauma avvenuto tanto tempo prima?”. “Tutto ciò significa – aggiunge – ancora una volta che non si vuole seriamente perseguire la violenza intenzionale dei pubblici ufficiali e degli incaricati di pubblico servizio in danno delle persone private della libertà, o comunque loro affidate, quando invece è solo l’individuazione e la sanzione penale di chi commette violenze e illegalità a tutelare il prestigio e l’onore dei corpi e della stragrande maggioranza degli appartenenti”.

Tortura: Mineo, Sinistra Italiana si asterrà sul ddl
(ANSA) – ROMA, 17 MAG – I senatori di Sinistra Italiana si asterranno sul disegno di legge sulla tortura. Ad annunciarlo nell’Aula di Palazzo Madama è Corradino Mineo che parla di un testo “scritto male”, “un accordo al ribasso” per “accontentare” il centrodestra. “Noi è da sempre che chiediamo di introdurre il reato di tortura in Italia – spiega Mineo – ma questo provvedimento proprio non ci piace”. Tra i “difetti” del testo ricordati da Mineo c’è anche quello “che sarà impossibile dimostrare in Tribunale che è stato commesso il reato di tortura”.
Tortura: Mineo, Sinistra Italiana si asterrà sul ddl (2)
(ANSA) – ROMA, 17 MAG – “Ci siamo sempre battuti per introdurre in Italia il reato di tortura, ma come reato proprio” spiega ancora Mineo che sottolinea: “Il provvedimento è talmente cambiato che ora è un’alta cosa”. Secondo il parlamentare la cartina tornasole è il fatto che la Destra che lo ha tanto osteggiato ora lo vota. “Nessuno – prosegue – sarà più arrestato per tortura, basterà avere un buon avvocato”. “E’ chiaro”, aggiunge, che il provvedimento “non funzionerà”. Il Ddl passerà poi alla Camera, dove si spera conclude Mineo, “venga cambiato di nuovo”.

Tortura:Cervellini (SI), stravolto da Pd e FI,piace a destre
(ANSA) – ROMA, 17 MAG – “Il provvedimento arrivato in Senato, stravolto da Pd e da FI, è un accordo talmente al ribasso che adesso piace persino alle destre, che da sempre lo hanno osteggiato. Con Sinistra Italiana voto convinto di astensione (che al Senato equivale al voto contrario)”. Lo dichiara in una nota il senatore di Sinistra Italiana Massimo Cervellini sul Ddl Tortura appena licenziato dall’Aula del Senato. “Un testo mal fatto, – aggiunge – contraddittorio, che offende i principi del diritto internazionale e non garantisce certezza del diritto, lasciando ampio margine alle interpretazioni sulla tortura, difficile, per non dire impossibile, da dimostrare in un’aula di tribunale. Per noi di Sinistra Italiana la tortura è un crimine contro l’umanità, per questo abbiamo chiesto da sempre l’introduzione in Italia della tortura come reato a sé stante: non certo questo obbrobrio. Pertanto in Aula la nostra astensione al voto sul provvedimento è stata convinta, a difesa di chi, di tortura, in Italia ancora può morire”.

Tortura: De Petris, impossibile votare legge inutile e ambigua
(ANSA) – ROMA, 17 MAG – “Sinistra italiana, pur essendosi battuta per anni perché anche l’Italia, come tutti i principali Paesi democratici, si doti di una legge contro la tortura, non poteva fingere che la legge votata oggi dal Senato rispondesse davvero alle esigenze. Non poteva chiudere gli occhi sullo stravolgimento del disegno originario e votare a favore di questa legge. Per questo abbiamo scelto l’astensione”. Lo dichiara la capogruppo di Sinistra italiana al Senato Loredana De Petris, presidente del Gruppo Misto. “I limiti di questo testo – prosegue De Petris – sono tanto evidenti che persino la destra, dopo averla combattuta a spada tratta, ha votato a favore perché cosciente di averla di fatto vanificata. La tortura non è considerata un reato proprio ma è solo reato comune. La formula ambigua per cui le torture, per essere considerate tali, dovevano essere ‘reiterate’ è uscita dalla porta per rientrare dalla finestra con la formula ‘più condotte’. Le sofferenze psichiche dovranno essere accertate. Con una legge simile, gli appigli per la difesa saranno infiniti. La legge c’è sulla carta, ma sarà del tutto inutile nei tribunali”, conclude la capogruppo di Sinistra italiana.

Tortura: Lega, governo criminalizza polizia
(ANSA) – ROMA, 17 MAG – “Con la legge sulla tortura il partito democratico ha colto al volo l’occasione per fare quello che più gli riesce: criminalizzare la polizia e agevolare l’invasione dei clandestini. Ancora una volta questa maggioranza ha infatti approvato una legge che nulla ha a che fare con il nome che porta. Ovvio che chiunque sano di mente condannerebbe chi si macchia di un reato tremendo come quello di tortura”. Così Erika Stefani, vicepresidente dei senatori leghisti e capogruppo in commissione giustizia durante la dichiarazione di voto a Palazzo Madama. “Peccato – aggiunge – che questo provvedimento crei solo confusione. In questa legge si ipotizza che un pubblico ufficiale istighi un reato di tortura condannando il poliziotto alla reclusione da sei mesi a tre anni. Questa è una norma fatta apposta per le forze dell’ordine, quasi a voler dire che prevediamo una fattispecie di reato perché le forze dell’ordine agiscono in questo modo. Cosa falsa e offensiva”. “Si tace e si soprassiede continuamente sull’articolo 3, che rende ancora più difficile l’espulsione dei clandestini fornendogli un’ulteriore arma. Ora potranno dichiarare di essere a rischio tortura. Quindi, chiunque entrerà in territorio italiano e verrà qui per chiedere asilo, protezione umanitaria e sussidiaria, il riconoscimento dello statusdi rifugiato e tutto quello che l’ordinamento italiano mette a disposizione, lo farà sulla base di una eventualità. È ovvio che basterà una mera dichiarazione e si arriverà a bloccare immediatamente qualsiasi espulsione o respingimento. Di fronte a tali assurdi criteri, noi – conclude Erika Stefani – votiamo contro”.(ANSA).

Tortura: Cirielli, no a strumentalizzazioni su forze ordine
(ANSA) – ROMA, 17 MAG – “È banale dire di esseri contrari alla tortura, ma il reato, così come proposto, potrebbe essere una semplice violenza o perfino una minaccia di un pubblico ufficiale contro l’autore di un reato e verrebbe punito con una pena sproporzionata da cinque a dodici anni”. È quanto dichiara Edmondo Cirielli, deputato di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale. “Peraltro, in un momento in cui non sembra questa l’emergenza – spiega -, poiché non risultano dalla cronaca decine e centinaia di atti di violenza degli appartenenti delle forze dell’ordine nei confronti di delinquenti arrestati. La priorità, invece, sarebbe di inasprire le pene per il reato di violenza contro le forze dell’ordine, perché ormai sono centinaia le aggressioni commesse da delinquenti, spesso stranieri, contro le donne e gli uomini in divisa, con una pena ridicola, secondo il dispositivo dell’articolo 336 del codice penale, da sei mesi a cinque anni, con l’aggravante che, dopo essere stati arrestati, sono rimessi in libertà quasi subito”. “Per questo – conclude Cirielli – contestiamo assolutamente questo ennesimo provvedimento del Parlamento contro chi, a rischio della propria incolumità personale, difende la nostra libertà e la nostra sicurezza”.(ANSA).