Signor Ministro,

apprendiamo dagli organi di stampa, con rammarico, che il Governo, dopo tanti autorevoli pareri circa l’incostituzionalità dei tagli alle pensioni, intende presentare al Senato un emendamento alla legge di bilancio che prevederebbe misure comunque illegittime.

Si tratterebbe, infatti, di un taglio mascherato da contributo di solidarietà a tempo. Tale, infatti, deve essere considerato un taglio minimo del 10% della pensione, al quale si aggiungerebbe la riduzione della rivalutazione ISTAT, già prevista per i 2019 per le stesse pensioni.

È stato detto, inoltre, che la misura avrebbe carattere transitorio. Ma una previsione di 5 anni per pensionati che sono già in là con gli anni, viene percepita come  “definitiva”.

Si vanno a colpire le pensioni maturate da servitori dello Stato che in gioventù hanno compiuto il loro dovere in un periodo in cui, per l’aggressione terroristica oppure per quella mafiosa, uscivano di casa la mattina senza la certezza di farvi ritorno. Molti di loro appartengono alla stessa generazione di Franco Straullu, ucciso dai Nar, di Alfredo Albanese, assassinato dalle Br, di Ninni Cassarà e Beppe Montana, ammazzati dalla mafia.

Che il governo potesse considerare giusto un taglio di questa misura alle pensioni di persone per bene, che hanno sempre pagato alla fonte le loro imposte e  hanno servito il Paese a fronte di qualunque sacrificio, e per alcuni di loro anche della vita, francamente non ce lo aspettavamo.

Signor Ministro, a motivo di ciò siamo determinati a difendere i diritti dei funzionari di Polizia. E vorremmo che Lei si unisse a noi nella legittima battaglia di servitori dello Stato, che con impegno e professionalità garantiscono la legalità e la sicurezza dei cittadini.

Roma, 3 dicembre 2018

Enzo Marco Letizia

 

Lettera 3 dic – Pensioni