379-3maroni2Il giorno 22 giugno si è tenuto, come richiesto, il confronto con il Ministro dell’Interno On.le Roberto Maroni, per discutere delle problematiche e dei pesanti tagli economici ai diritti del personale del Comparto Sicurezza, previsti dal decreto legge sulla manovra finanziaria.
Nella circostanza è stata evidenziata con forza la pesante ricaduta sulle retribuzioni e sulla vita professionale dei poliziotti e dei funzionari di polizia che la manovra pone in essere in quanto profondamente iniqua, sia sul piano dell’impostazione generale, sia su quello della politica economica attuata dal Governo nei confronti del Comparto.
Hanno partecipato alla riunione il Sottosegretario Alfredo Mantovano, il Capo della Polizia Prefetto Antonio Manganelli, il Vice Capo con delega all’ordinamento Prefetto Basiloni, il capo gabinetto del Ministro Prefetto Procaccini, il Prefetto Belgiorno capo Ufficio Affari Legislativi e Relazioni Parlamentari, il V.Prefetto Pazzanese dell’Ufficio Relazioni Sindacali ed altri autorevoli esponenti del dipartimento e dell’ufficio di gabinetto del Ministro dell’Interno.
Tutte le organizzazioni sindacali sono state fortemente critiche sull’impianto della manovra finanziaria presentata alle Camere per la ricaduta che la stessa ha sul personale della Polizia di Stato.
Per la prima volta i poliziotti vengono omologati, unitamente a tutto il personale del Comparto Sicurezza e Difesa, al generico mondo del Pubblico Impiego, annullando così ogni residuo legittimo diritto e riconoscimento legato alla specificità del lavoro espletato.
Per la prima volta il governo blocca i contratti; introduce un pernicioso meccanismo che blocca gli aumenti stipendiali legati agli avanzamenti di carriera e di assunzione di responsabilità maggiori; congela il reddito per quattro anni a quello del 2010; modifica l’aliquota di rendimento del montante contributivo delle nostre pensioni e liquidazioni; cala una scure sulle missioni internazionali e su tutte le indennità connesse alle funzioni di Polizia; vengono congelate ed avocate, per un imprecisato riutilizzo, le risorse già faticosamente accantonate per il riordino delle carriere, blocca gli scatti e gli aumenti per i funzionari di 13, 15, 23 e 25 anni di servizio.
Alla richiesta critica e unitaria al Ministro di sostenere in maniera adeguata gli emendamenti da apportare al decreto, in modo da escludere le norme che maggiormente penalizzano la specificità del nostro lavoro e la funzione di polizia, l’Onorevole Maroni non ha fornito nessuna certezza sul loro accoglimento, tranne ché, per le missioni internazionali all’estero.
Con altrettanta franchezza ha confermato l’impossibilità di escludere il Ministero dell’Interno dagli ulteriori tagli lineari del 10% alle dotazioni finanziarie del nostro Ministero.
Il Ministro pur specificando che farà di tutto per alleggerire il peso della manovra alla Polizia, ha sottolineato che, condividendo la responsabilità politica sulla necessità della manovra, le scelte, rispetto alle eventuali correzioni, passano per il vertice di maggioranza a prescindere dalla volontà del singolo ministro.
Non avendo avuto alcuna reale garanzia per il Comparto Sicurezza, e quindi nessuna certezza affinché gli uomini e le donne della Polizia non paghino più degli altri lavoratori pubblici, con l’annullamento della propria specificità professionale, i costi di una crisi economica che investe tutto il Paese, non hanno chiesto, coerentemente con la propria coscienza civica e il senso di responsabilità di appartenenti a questo Paese, di essere esclusi completamente dal rigore della manovra, ma solo di poter rimodulare i costi sugli sprechi che ci sono, salvaguardando, invece, i diritti del personale e la sicurezza del Paese.
Si è rivendicato, altresì, di non pagare il prezzo più alto rispetto agli altri e quindi più iniquo come prevede attualmente il testo della manovra, ribadendo che la sicurezza è un investimento per il Paese e non un costo.
Alla luce delle risposte del Ministro Maroni, ed il non essere stati ricevuti alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per conoscere la reale volontà del governo sul mantenimento delle risorse già stanziate per la specificità e il riordino delle carriere, il 1° luglio si terrà la prima forma di protesta con una raccolta di firme per la legalità e la sicurezza