1-39agenzie-lulio-2015La brillante operazione condotta dalla Questura di Brescia, che ha portato alla scoperta di una cellula di cittadini kosovari che propagandava l’ideologia jihadista anche attraverso l’uso dei social network, dimostra, senza trionfalismi, che la strada intrapresa dall’Italia sembra essere quella giusta, anche per ciò che attiene alla cooperazione internazionale. I riscontri investigativi emersi sul fanatismo religioso estremistico che animava i componenti del gruppo criminale, i quali usavano il web come strumento di propaganda del sedicente Stato Islamico, hanno fatto scattare una serie di perquisizioni a Brescia, Vicenza e Perugia, al fine di accertare l’eventuale presenza di sostenitori e fiancheggiatori.
Il blitz di Brescia conferma che  insieme all’instancabile vigilanza  sugli obiettivi sensibili, finalizzata al  controllo del territorio, ai controlli e alle perquisizioni  sui sospetti, alla ricerca di armi ed esplosivi, nelle case e nei luoghi da essi frequentati, bisogna incrementare l’azione di indagine della rete, con un efficiente monitoraggio delle attività sul web e in particolare sul cosiddetto web profondo, anche attraverso le intercettazioni preventive in caso di sospettata pericolosità.
L’Anfp ha già richiamato la necessità di reintrodurre le disposizioni che fino al 2011 imponevano agli internet point l’obbligo di identificare i fruitori del servizio e di richiedere la licenza al Questore, un onere che dovrebbe essere ripristinato allo stesso modo anche per chi offre reti wi-fi aperte.
Per rispondere alle nuove sfide che le strategie di comunicazione attraverso il web e chat spesso difficili da intercettare oggi purtroppo presentano, occorrono risorse ed investimenti. Siamo incoraggiati dai propositi del governo, che si è impegnato a investire sulla cibersecurity e sul miglioramento della strumentazione delle forze dell’ordine. Aspettiamo che quanto annunciato si traduca al più presto in provvedimenti concreti. Oggi più che mai la sicurezza è una priorità per noi tutti ed è necessaria una reale e coraggiosa inversione di tendenza, rispetto ad una pregressa politica di tagli dissennati, che ha gravemente inciso sugli organici, sulle dotazioni ed anche sul morale dei nostri operatori.

Terrorismo: Anfp, operazione Brescia dimostra strada giusta. (ANSA) – ROMA, 1 DIC – “La brillante operazione condotta dalla Questura di Brescia, che ha portato alla scoperta di una cellula di cittadini kosovari che propagandava l’ideologia jihadista anche attraverso l’uso dei social network, dimostra, senza trionfalismi, che la strada intrapresa dall’Italia sembra essere quella giusta, anche per ciò che attiene alla cooperazione internazionale”. Lo dice Lorena La Spina, segretaria dell’Associazione nazionale funzionari polizia. “Il blitz di Brescia – osserva La Spina – conferma che insieme all’instancabile vigilanza sugli obiettivi sensibili, finalizzata al controllo del territorio, ai controlli e alle perquisizioni sui sospetti, alla ricerca di armi ed esplosivi, nelle case e nei luoghi da essi frequentati, bisogna incrementare l’azione di indagine della rete, con un efficiente monitoraggio delle attività sul web e in particolare sul cosiddetto web profondo, anche attraverso le intercettazioni preventive in caso di sospettata pericolosità”. L’Anfp, ricorda, “ha già richiamato la necessità di reintrodurre le disposizioni che fino al 2011 imponevano agli internet point l’obbligo di identificare i fruitori del servizio e di richiedere la licenza al Questore, un onere che dovrebbe essere ripristinato allo stesso modo anche per chi offre reti wi-fi aperte”. (ANSA).

Omniroma-TERRORISMO, ANFP: STRADA INTRAPRESA DA ITALIA È QUELLA GIUSTA (OMNIROMA) Roma, 01 DIC – «La brillante operazione condotta dalla Questura di Brescia, che ha portato alla scoperta di una cellula di cittadini kosovari che propagandava l’ideologia jihadista anche attraverso l’uso dei social network, dimostra, senza trionfalismi, che la strada intrapresa dall’Italia sembra essere quella giusta, anche per ciò che attiene alla cooperazione internazionale. I riscontri investigativi emersi sul fanatismo religioso estremistico che animava i componenti del gruppo criminale, i quali usavano il web come strumento di propaganda del sedicente Stato Islamico, hanno fatto scattare una serie di perquisizioni a Brescia, Vicenza e Perugia, al fine di accertare l’eventuale presenza di sostenitori e fiancheggiatori». Lo afferma in una nota il segretario Nazionale Anfp Lorena La Spina. «Il blitz di Brescia conferma che insieme all’instancabile vigilanza sugli obiettivi sensibili, finalizzata al controllo del territorio, ai controlli e alle perquisizioni sui sospetti, alla ricerca di armi ed esplosivi, nelle case e nei luoghi da essi frequentati, bisogna incrementare l’azione di indagine della rete, con un efficiente monitoraggio delle attività sul web e in particolare sul cosiddetto web profondo, anche attraverso le intercettazioni preventive in caso di sospettata pericolosità – aggiunge – L’Anfp ha già richiamato la necessità di reintrodurre le disposizioni che fino al 2011 imponevano agli internet point l’obbligo di identificare i fruitori del servizio e di richiedere la licenza al Questore, un onere che dovrebbe essere ripristinato allo stesso modo anche per chi offre reti wi-fi aperte. Per rispondere alle nuove sfide che le strategie di comunicazione attraverso il web e chat spesso difficili da intercettare oggi purtroppo presentano, occorrono risorse ed investimenti. Siamo incoraggiati dai propositi del governo, che si è impegnato a investire sulla cibersecurity e sul miglioramento della strumentazione delle forze dell’ordine. Aspettiamo che quanto annunciato si traduca al più presto in provvedimenti concreti. Oggi più che mai la sicurezza è una priorità per noi tutti ed è necessaria una reale e coraggiosa inversione di tendenza, rispetto ad una pregressa politica di tagli dissennati, che ha gravemente inciso sugli organici, sulle dotazioni ed anche sul morale dei nostri operatori».

TERRORISMO: LA SPINA (ANFP), BLITZ POLIZIA DIMOSTRA CHE LA STRADA GIUSTA = Roma, 1 dic. (AdnKronos) – «La brillante operazione condotta dalla Questura di Brescia, che ha portato alla scoperta di una cellula di cittadini kosovari che propagandava l’ideologia jihadista anche attraverso l’uso dei social network, dimostra, senza trionfalismi, che la strada intrapresa dall’Italia sembra essere quella giusta, anche per ciò che attiene alla cooperazione internazionale». Lo afferma in una nota il segretario nazionale dell’Associazione Nazionale Funzionari di Polizia, Lorena La Spina. «I riscontri investigativi emersi sul fanatismo religioso estremistico che animava i componenti del gruppo criminale – prosegue La Spina – i quali usavano il web come strumento di propaganda del sedicente Stato Islamico, hanno fatto scattare una serie di perquisizioni a Brescia, Vicenza e Perugia, al fine di accertare l’eventuale presenza di sostenitori e fiancheggiatori». «Il blitz di Brescia – continua la nota – conferma che insieme all’instancabile vigilanza sugli obiettivi sensibili, finalizzata al controllo del territorio, ai controlli e alle perquisizioni sui sospetti, alla ricerca di armi ed esplosivi, nelle case e nei luoghi da essi frequentati, bisogna incrementare l’azione di indagine della rete, con un efficiente monitoraggio delle attività sul web e in particolare sul cosiddetto web profondo, anche attraverso le intercettazioni preventive in caso di sospettata pericolosità».

TERRORISMO: LA SPINA (ANFP), BLITZ POLIZIA DIMOSTRA CHE LA STRADA GIUSTA (2) = (AdnKronos) – «L’Associazione Nazionale Funzionari di Polizia ha già richiamato la necessità di reintrodurre le disposizioni che fino al 2011 imponevano agli internet point l’obbligo di identificare i fruitori del servizio e di richiedere la licenza al Questore, un onere che dovrebbe essere ripristinato allo stesso modo anche per chi offre reti wi-fi aperte», spiega nella nota il segretario nazionale dell’Anfp Lorena La Spina. «Per rispondere alle nuove sfide che le strategie di comunicazione attraverso il web e chat spesso difficili da intercettare oggi purtroppo presentano, occorrono risorse e investimenti. Siamo incoraggiati dai propositi del governo, che si è impegnato a investire sulla cybersecurity e sul miglioramento della strumentazione delle forze dell’ordine. Aspettiamo – conclude – che quanto annunciato si traduca al più presto in provvedimenti concreti. Oggi più che mai la sicurezza è una priorità per noi tutti ed è necessaria una reale e coraggiosa inversione di tendenza, rispetto ad una pregressa politica di tagli dissennati, che ha gravemente inciso sugli organici, sulle dotazioni ed anche sul morale dei nostri operatori».01-DIC-15 17:30