Signor Ministro,

 occorre dare soluzione all’iniqua penalizzazione subita da una parte del dal personale del comparto Difesa e Sicurezza. Cioè quello cessato dal servizio nel periodo del blocco delle retribuzioni, imposto dall’art.9 del decreto legge n.78 in data 31 maggio 2010 , convertito dalla legge n.122 in data 30 Luglio 2010 e successive proroghe,  e fino al 31.12.2017, data antecedente all’entrata in vigore dei decreti legislativi n.94 e 95 del 29.5.2017 concernenti i ruoli delle Forze di polizia e Armate. Nonché quello cessato dal servizio entro il 31 dicembre 2017, cioè prima della riderminazione del trattamento stipendiale avvenuta con decorrenza 1°gennaio 2018.

Come noto il personale contrattualizzato e non, così come disposto dalla citata legge del 2010, a partire dal 1 gennaio 2011 ha subito il blocco stipendiale che ha colpito sia le progressioni economiche dipendenti da maggiori anzianità di servizio, che quelle inerenti ad avanzamenti di carriera.

Tale blocco ha avuto durata variabile e nello specifico:

  • dal 01.01.2011 al 31.12.2015 per quanto attiene agli incrementi stipendiali automatici (classi e scatti) del personale non contrattualizzato (da Primo Dirigente a Dirigente Generale);
  • dal 01.01.2011 al 31.12.2014 per quanto attiene agli incrementi stipendiali automatici (assegno funzionale e gli scatti riservati alle qualifiche apicali di ogni ruolo) del personale contrattualizzato (da Agente a Vice Questore Aggiunto) oltre gli incrementi retributivi derivanti da progressione di carriera del personale contrattualizzato e non.

L’applicazione di tale normativa a tutto il personale in servizio ha avuto carattere di eccezionalità e temporaneità. Infatti allo scadere di ciascun provvedimento è stato riconosciuto il trattamento economico previsto per la qualifica rivestita ed ha avuto nuovamente corso il meccanismo temporale utile per la progressione economica inerente agli incrementi stipendiali automatici (classi, scatti, assegno funzionale).

Invece al personale, contrattualizzato e non, posto in quiescenza nel periodo dal 2011 al 2014, la pensione è stata calcolata senza il riconoscimento dei benefici economici spettanti per la promozione; tali dipendenti hanno pertanto svolto le mansioni previste per il grado superiore percependo però lo stipendio e, cosa ancora più grave, la pensione per quello inferiore.

Similarmente, al personale contrattualizzato posto in quiescenza durante il citato periodo non è stata calcolata sul montante pensionistico l’eventuale progressione economica (assegno funzionale). Parimenti al personale non contrattualizzato posto in quiescenza durante il periodo del blocco stipendiale dal 2011 al 2015, non sono stati calcolati gli automatismi retributivi (classi e scatti) che sarebbero loro spettati.

Inoltre, mentre al personale non contrattualizzato, promosso durante il periodo di blocco, è stata riconosciuta dal 2015 in poi, attraverso l’istituto dell’abbattimento, la valorizzazione della predetta progressione economica, analogo riconoscimento non è avvenuto per tutto il personale promosso prima del blocco. Ciò ha determinato per questi ultimi una illegittima sperequazione, poiché dal 2015 al 1.1.2018 (data di “rideterminazione” del trattamento economico dirigenziale”), hanno percepito uno stipendio inferiore ai loro pari qualifica nonostante la loro maggiore anzianità nella stessa. Sperequazione ancor più grave per chi, tra i predetti, è stato collocato in quiescenza entro il 31.12.2017 poiché, non avendo usufruito della rideterminazione stipendiale, oltre che sullo stipendio hanno avuto una ingiusta penalizzazione anche sul trattamento pensionistico.

La Commissione Difesa del Senato,  nel mese di Marzo 2017, al termine dell’esame del testo del Dlgs inerente il riordino delle carriere, ha espresso parere favorevole sul predetto decreto, ma tra le osservazioni mosse, alla lettera i) dell’atto numero 396, ha invitato il Governo a valutare l’adozione di idonee iniziative normative per mettere fine all’iniqua penalizzazione subita dal personale del comparto Difesa e Sicurezza cessato dal servizio nel periodo del blocco delle retribuzioni. Signor Ministro, essendo nota la Sua sensibilità sulle condizioni e il delicato lavoro che svolgiamo, La invitiamo a porre in essere ogni utile iniziativa per cercare la soluzione più adeguata a quanto sopra esposto.

LETTERA MINISTRO 8 FEBBRAIO 2019