Paolo Borsellino nell’ordinanza di rinvio a giudizio del maxi processo alla mafia scrive così: “Quanto è emerso, a seguito d’indagine complesse e defatiganti, era stato da lui esattamente intuito e inquadrato diversi anni prima…se altri organismi statali avessero adeguatamente compreso …l’impegno investigativo del Giuliano, probabilmente le strutture organizzative della mafia non si sarebbero così enormemente potenziate e molti efferati assassini, compreso quello dello stesso Giuliano, non sarebbero stati consumati”. Giuliano costituiva una minaccia per Cosa Nostra, ne aveva compreso le sue dinamiche ed i rapporti con la la spregiudicatezza di certi colletti bianchi, che facevano da cerniera tra il mondo criminale ed il tessuto politico e produttivo dell’epoca. Per questo è stato ucciso il 21 luglio del 1979.

Mafia: Anfp, Giuliano era minaccia per cosche (ANSA) – ROMA, 21 LUG – Boris Giuliano “costituiva una minaccia per Cosa Nostra, ne aveva compreso le sue dinamiche ed i rapporti con la spregiudicatezza di certi colletti bianchi, che facevano da cerniera tra il mondo criminale ed il tessuto politico e produttivo dell’epoca. Per questo e’ stato ucciso”. Lo dice il segretario dell’Associazione nazionale funzionari di Polizia Enzo Letizia sottolineando che lo stesso Paolo Borsellino, nell’ordinanza di rinvio a giudizio del maxi processo a Cosa Nostra, riconobbe i meriti dell’allora capo della squadra mobile palermitana. “Borsellino – dice Letizia – scriveva cosi’: ‘quanto e’ emerso, a seguito d’indagine complesse e defatiganti, era stato da lui esattamente intuito e inquadrato diversi anni prima…se altri organismi statali avessero adeguatamente compreso…l’impegno investigativo del Giuliano, probabilmente le strutture organizzative della mafia non si sarebbero cosi’ enormemente potenziate e molti efferati assassini, compreso quello dello stesso Giuliano, non sarebbero stati consumati’.”(ANSA).